Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi ora è ufficiale: per 60 dipendenti della Sicem – Siciliana Costruzioni e Montaggi, ditta storica che opera nell’indotto della Raffineria di Milazzo, è stato avviato l’iter per la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (Cigo) a partire dal 15 novembre.

L’azienda mamertina in una lettera a firma del presidente Sante Ivan Pavone ha invitato i sindacati ad un incontro urgente che si dovrebbe tenere la prossima settimana per affrontare la questione. Da giorni gli operai iscritti alla Fismic Confsal protestano di fronte ai cancelli. Oggi, dopo la notizia della Cassa Integrazione, hanno fatto 8 ore di sciopero.

L’esubero ufficialmente è legato alla conclusione di lavori realizzati all’interno dei serbatoi della Ram. Secondo quanto confermano fonti sindacali gli operai dell’azienda sarebbero indietro con  gli stipendi di quasi due mensilità. «Problematiche, derivanti dalla momentanea situazione congiunturale e contrazioni di ordinativi, tali da comportare, già da qualche settimana, sensibili eccedenze di personale – si legge in una lettera indirizzata alle sigle sindacali – da gestire quindi, per il prossimo futuro, e comunque per un arco di tempo limitato. Siamo in attesa di risposte su diverse offerte presentate che avremo nel giro di due/tre mesi, mediante l’auspicabile intervento di ammortizzatori sociali ordinari che possono determinare, al tempo stesso, garanzia del reddito e dell’occupazione. Ciò interesserà prevedibilmente grosso modo 60 addetti alla produzione per circa 13 settimane a partire già dal 15 novembre 2021».

 

 

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Peppe
Peppe
3 anni fa

Purtroppo bisogna prendere atto che l’era dei combustibili fossili è alla frutta e che nei prossimi anni la riduzione di maestranze in RAM sarà una costante. Ora dovrebbe entrare in campo la politica con la P maiuscola ed indicare una nuova prospettiva di sviluppo per il comprensorio per evitare un collasso finanziario.

Tony
Tony
3 anni fa
Reply to  Peppe

non è solo il settore dei combustili ad essere entrato in crisi, al Ministero ci sono da un paio di anni oltre 160 tavoli di crisi aperti in tutta Italia, fra i nomi più famosi Embraco, Whirpool, Alma Viva, Ilva, ex Alcoa e tante altre

Peppe
Peppe
3 anni fa
Reply to  Tony

È molto vero quello che dice ma si tratta esclusivamente di multinazionali che delocalizzano in posti economicamente più convenienti dal punto di vista salariale e di imposte. La Whirlpool farà sempre lavatrici ma in Polonia ecc ecc . I combustibili fossili sono in crisi in ogni parte del pianeta rimarranno solamente grandi impianti nei pressi dei pozzi estrattivi. Dobbiamo reinventarci se non vogliamo avere una crisi sociale ed economica paurosa.

Tony
Tony
3 anni fa
Reply to  Peppe

insomma, non sono tutte multinazionali quelle che delocalizzano, anche il piccolo imprenditore della fabbrichetta in Brianza capisce che non è più conveniente produrre in Italia a causa di elevato costo del lavoro, tasse, giustizia lenta, burocrazia etc. Tutti fattori che ti portano al fallimento. La crisi economica e sociale è già cominciata, molto prima del covid, solo che non lo si voleva ammettere…

Si salvi chi può
Si salvi chi può
3 anni fa

Eppure i sindacati dell’indotto dicevano che non c’era nulla di scritto. Ovviamente come abitudine Ram inizia il toto nomi. La regola seguita si basa su amicizie e comparanze. Grazie Mamma Ram! grazie per lo sviluppo e la ricchezza economica che hai portato nel comprensorio.