Peppe Maimone (FOTO OGGI MILAZZO)

Il Tar di Palermo ha respinto la domanda di sospensiva richiesta della società A2A Energiefuture Spa. La società chiedeva l’annullamento del Decreto Assessoriale con cui è stata bocciata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale nell’ambito della realizzazione di un nuovo impianto di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti (FORSU) all’interno della centrale di Archi. 

Il ricorso è stato depositato anche nei confronti di padre Giuseppe Trifirò e Peppe Maimone, Presidente dell’Associazione ADASC, che hanno deciso di costituirsi in giudizio rappresentati e difesi dall’Avvocato Vera Giorgianni.

«Ci riteniamo soddisfatti della decisione del Tribunale Amministrativo – si legge in una nota dell’Adasc – che ha giustamente ritenuto non fondata la richiesta di sospensiva avanzata dalla A2A. Il TAR ha infatti ritenuto sufficientemente motivate le doglianze delle costituite parti resistenti, affermando altresì che il ricorso presentato dalla società, non appare sorretto da sufficienti profili di fondatezza tali da farne ipotizzare un esito favorevole nel merito».

L’impianto di Archi non rientra tra quelli previsti nel Piano d’ambito della Srr Messina Area Metropolitana, uno strumento di esclusiva pianificazione che ha lo scopo di stabilire la strategia di regolamentazione in funzione del fabbisogno impiantistico necessario. A2A nel progetto presentato non ha attestato la titolarità dei rifiuti, elemento necessario per ottenere l’autorizzazione; la mancata dimostrazione della titolarità dei rifiuti può scaturire un rischio di sovradimensionamento impiantistico e di violazione dei principi in termini di prossimità e autosufficienza.

«Siamo convinti che è necessario individuare una strategia corretta per la gestione dei rifiuti, prevedendo impianti ecocompatibili in aree idonee senza arrecare danno all’ambiente ed alla salute pubblica.», conclude la nota dell’Adasc.

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pensante
pensante
3 anni fa

Ma veramente siamo al paradosso, siamo in un territorio pieno di emrgenze e sti poveracci continuano a fare la guerra alle pochissime industrie che hanno pianificato investimenti nel territorio.Viviamo in un territorio morto ove è impossibile pensare al futuro. Moriremo di fame altro che!

carmelo
carmelo
3 anni fa

Oscurantisti, ecco cosa sono questi talebani dell’ambiente, la parte più retrograda di una società, quella siciliana in piena decadenza; oltre costoro, questa allegra congrega comprende politici inetti e incapaci, affaristi spregiudicati e mafiosi, in mezzo il popolo siciliano, sempre più povero, senza riferimenti, con i giovani che fuggono, senza prospettive occupazionali.

Tony
Tony
3 anni fa

alla luce di questo fatto si evince che la società a2a non va a trovare un altro plesso lontano dai centri abitati per fare l’ inceneritore e continua a dare battaglia per farlo qui nonostante il No avuto dai vari tar, le associazioni del territorio e dal presidente Musumeci, non hanno abbandonato il progetto, purtroppo temo che prima o poi lo faranno

Last edited 3 anni fa by Tony
Peppe
Peppe
3 anni fa
Reply to  Tony

Ma che centra l’inceneritore come lo chiama lei con il trattamento della parte organica dei rifiuti. Funziona ne più ne meno, non me ne vogliano i tecnici,come il depuratore. Purtroppo ingenerare confusione con informazioni sbagliate è la tecnica utilizzata dai gestori delle discariche che oltre a farsi pagare e caro lo smaltimento poi si vendono il biogas prodotto nel trattamento.

Giuseppe de natale
Giuseppe de natale
3 anni fa

È una vergogna, teniamoci la spazzatura in città ed in casa. La spazzatura buttiamola nelle discariche cosi inquiniamo le falde acquifer

uomodellastrada
uomodellastrada
3 anni fa

sono già inquinate, da almeno cinquant’anni

Simone
Simone
3 anni fa

Gli pseudo ecologisti ignoranti e senza senso saranno la rovina della Valle del Mela piena di spazzatura che porteremo a casa loro e con i giovani a spasso e snza lavoro.
Sono la vergogna del mondo, comunque quando anche grazie a loro a breve la benzina arriverà a 4 euro al litro mi porteranno sulle loro spalle a lavorare.