I fondatori de Il Giglio Angela Ollà ed Enzo Scaffidi con la segretaria della Fondazione Lucia Lombardo (FOTO ARCHIVIO OGGI MILAZZO)Milazzo, l’associazione Il Giglio difende il suo operato alla Fondazione Lucifero. Nessun chiarimento sul rapporto con l’Ipab 5 Ottobre 2021 Cronaca 26 Commenti L’ingresso di Gigliopoli E’ rimasto deluso chi si aspettava una replica tecnica spiegando il motivo per cui il rapporto tra la Fondazione Lucifero e Gigliopoli sia a norma di legge, confutando il parere espresso dallo studio legale Arena di Messina a cui si è rivolto il consiglio di amministrazione dell’ente benefico di Capo Milazzo. Da un lato – in sintesi – il parere sostiene che la natura pubblicistica della Fondazione non consente di assegnare a terzi la gestione delle attività tramite un protocollo di partenariato ma occorre un bando pubblico aperto anche ad altre associazioni o cooperative di settore (tra l’altro le attività svolte spesso avvengono dietro corrispettivo economico da parte dei fruitori). Dall’altro, in un lungo comunicato, l’associazione Il Giglio che da oltre un decennio cura questi aspetti per conto dell’Ipab, difende l’accordo del valore di 108 mila euro l’anno, mettendo principalmente in risalto la passione e l’amore con cui ci si è immolati alla causa grazie ad un «progetto innovativo» evitando di «soffermarci su discussioni inutili». Si parla di una non meglio precisata «ostile politica di bandiera», dell’importante opera di «tutela ambientale». Nessuna replica sulla legittimità del rapporto. «Ci spieghino perché il nostro partenariato è illegittimo, sulla base di tutti gli atti che ci riguardano e non solo di una parte. Ci spieghino perché parlano di noi, associandoci al termine illegittimità», invocano. «Abbiamo saputo a mezzo stampa del parere dello Studio Legale Arena. Ci rammarica che – come si evince dagli articoli – gli avvocati non siano stati resi edotti di tutti gli atti che ci riguardano», esordisce Enzo Scaffidi, presidente de Il Giglio. Nella nota, purtroppo, non si sottolineano quali sarebbero questi documenti che avrebbero cambiato le carte in tavola. Il documento che regola i rapporti tra l’associazione e la Lucifero, infatti, è un protocollo il quale, se illegittimo in quanto non corrisponde alle norme che regolano la materia, difficilmente eventuali documenti ad esso collegati ne cambierebbero la sostanza. NESSUN PROFITTO. «C’era Don Luigi Ciotti in visita a sorpresa a Gigliopoli, quando abbiamo appreso dalla stampa che il nostro rapporto con la Fondazione Lucifero di San Nicolò veniva apostrofato con il termine ‘illegittimo’. Ci siamo chiesti come mai venivamo a sapere di questo parere solo tramite i giornali e perché chi ieri ci definiva ‘vittima’, oggi decide di attaccarci in maniera subdola e plateale», sottolineano nella nota. Il presidente Enzo Scaffidi si dice «sconcertato e rammaricato per l’accaduto» e aggiunge: «La natura dell’Associazione Il Giglio è quella di orientare le proprie risorse non al profitto, ma al perseguimento dell’interesse comune -continua – Vorremmo che le accuse ci venissero mosse in maniera totale, completa, libera e trasparente, vorremmo che il mezzo stampa venisse utilizzato anche e soprattutto per raccontare il nostro progetto, apprezzato dai più, ma denigrato da un’ostile politica di bandiera. È tempo di chiarezza, è tempo di parola per noi, è tempo che liti e discussioni inutili non intralcino la vita dei più deboli, dei minori, di chi ha una realtà dura da affrontare ogni giorno e riconosce in Gigliopoli un porto sicuro». IL BANDO PUBBLICO. Il Giglio si stupisce che si definisca “illegittimo” un partenariato «che dura da più di un decennio, che ha visto crescere un progetto innovativo sperimentale che esiste da circa vent’anni e che viene apprezzato da esperti di tutto il mondo». «Ci sentiamo attaccati e feriti e non vogliamo più stare in silenzio a guardare questo misero teatrino, mentre fanno a pezzi il futuro di centinaia di bambini e ragazzi», continua il presidente. L’accordo di collaborazione con la Fondazione ha come scadenza naturale dicembre 2022. Al termine le attività continuerebbero ma – in base al parere – si dovrebbe bandire una gara pubblica rivolta anche ad altre associazioni e cooperative sociali specializzate che dovrebbero presentare un progetto con una “propria visione” che, naturalmente, sposi quelle statutarie della Fondazione, e che si occupi principalmente della colonia estiva, delle manifestazioni di Natale e primavera, della gestione delle strutture tra cui la fattoria didattica e di tutte le attività rivolte ai bambini disagiati. A di la dei tecnicismi di legge che impedirebbero di fatto la gestione diretta delle attività anche tramite un rapporto di partneriato il quale – si deve precisare – prevede la copertura di buona parte delle spese da parte del sodalizio di Scaffiidi – Il Giglio mette in risalto la bontà del progetto. «Gli inviti al dialogo, a conoscere meglio il progetto, il tentativo di alzare la testa e rispondere sono sempre stati vani. Intervenire tramite questo comunicato rimane, al momento, l’ultima spiaggia per essere ascoltati. Alla polemica, abbiamo sempre preferito la politica del fare e dell’esserci. I nostri bambini, gli adolescenti e le persone che accogliamo hanno bisogno di tutte le nostre energie e risorse e soffermarci su discussioni inutili ruba tempo a loro. Bloccare l’irreparabile danno alle attività progettuali e arginare quello conseguente, sia a livello economico, che di immagine è l’azione a cui siamo costretti», chiarisce il presidente. LE DOMANDE. Poi un elenco di domande. «Legittimità è: Tenerci all’oscuro della redazione di un parere legale nei nostri confronti? Apostrofarci come ‘vittime’ e trattarci da carnefici? Mettere in dubbio anni ed anni di bene comune, sulla base di interessi puramente economici? Insinuare un’amministrazione non trasparente e non rendere ai legali che hanno redatto il parere tutti gli atti amministrativi che ci riguardano? Parlare di Gigliopoli, non conoscendo il progetto e non prendendosi nemmeno la briga di curiosare e capire com’è nata e si è sviluppata la Città dei bambini spensierati? Accusarci di strumentalizzare Libera e Don Ciotti? Minare il futuro di molti bambini, mettendo in dubbio tutte le professionalità che in questi anni si sono succedute in Fondazione e trattando i membri dell’associazione come invisibili?». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.034 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT