I volontari dell'Amp stamattina a capo MIlazzoMilazzo, Piscine di Venere interdette: «Sono stato io a mettere le catene e vi spiego il perché» 3 Agosto 2021 Cronaca 51 Commenti Stefano Caminiti «Sono stato io a chiudere con un lucchetto l’accesso alle piscine di Venere in quanto legittimo affittuario dei terreni dalla Fondazione Lucifero e possessore delle aree. Si è trattato di un “segnale”. Non voglio creare disagi a nessuno o impedire di godere delle bellezze del territorio ai milazzesi o ai turisti, ma da tempo chiedo alla Fondazione Lucifero di rivedere il contratto di affitto senza ricevere risposta. E’ assurdo che io debba pagare il canone su terreni che di fatto sono di fruizione pubblica e non posso sfruttare». A parlare con Oggi Milazzo è Stefano Caminiti, amministratore della 2C-Service, la società che ha affittato dalla Fondazione Lucifero i locali del “Paradiso” con i terreni limitrofi. Terreni che nel tempo sono diventati di fatto sempre di più di fruizione pubblica, specialmente con l’istituzione dell’Area Marina protetta, ente con cui la stessa Fondazione ha siglato un protocollo per la fruizione dell’area naturalistica. Secondo quanto racconta Caminiti la sua società dovrebbe pagare un canone annuo di 77 mila euro per 28,5 mila metri quadrati (gli immobili sono stati rimossi al suo subentro, nel novembre 2018, in quanto abusivi) ma ben 18 mila sarebbero inutilizzabili in quanto area di passaggio per la scalinata che conduce alle piscine di venere o alle ex casermette dove l’Amp organizza manifestazioni. Stamattina ad accorgersi per prima dell’interdizione dell’area sono stati i turisti che hanno inviato anche delle foto ad Oggi Milazzo. Volevano godersi un bagno alle piscine di Venere, uno dei posti più incantevoli e conosciuti, nella punta più estrema di Capo Milazzo, ma sono rimasti bloccati sotto il sole nella stradina che conduce dalla piazza all’area naturalistica . La catena ha impedito l’apertura del cancello anche ai volontari dell’Area Marina Protetta che si occupano della vigilanza. Sul cancello i cartelli con la scritta: “Proprietà privata” e “Vietato l’accesso”. A togliere la catena e a riaprire il sentiero sarebbe stato un turista, sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia che hanno raccolto la denuncia di Caminiti. «Voglio sottolineare che non si è trattato di un gesto che ho fatto a cuor leggero – conclude Caminiti ad Oggi Milazzo – infatti, eventuali conseguenze civili o penali in caso di incidenti dentro l’area ricadrebbero sulla mia persona in qualità di amministratore». IL COMMENTO DEL SINDACO. L’episodio che questa mattina è stato condannato in maniera pesante dal sindaco Pippo Midili. „Quanto accaduto oggi, da chiunque posto in essere, è stato un fatto gravissimo – ha detto il primo cittadino – che ha arrecato un rilevante danno di immagine alla nostra città. Nessuna ragione può impedire a cittadini e turisti di poter accedere in quell’area e apprezzare le straordinarie bellezze naturale presenti. Attendo di avere dettagliate notizie dalla Fondazione Lucifero su cosa sia accaduto. Chiedo altresì alla Regione di valutare la necessità di adottare soluzioni anche drastiche per evitare il ripetersi di queste o altre situazioni così imbarazzanti e penalizzanti per l’immagine di Milazzo. Questa Amministrazione ha dato e chiesto al tempo stesso alla Fondazione Lucifero massima disponibilità. Chiediamo alla stessa che ci sia dunque volontà comune per evitare simili ed incresciosi episodi. Rimaniamo quindi in attesa di conoscere le decisioni per un immediato ritorno alla normalità, già da domani, considerato che non può essere un turista che rompe il catenaccio che teneva chiuso il cancello d’ingresso, a dare soluzioni a problematiche esistenti tra la Fondazione e privati, ma le cui ripercussioni sono su una intera comunità». L’AMP PRENDE LE DISTANZE. Il Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Capo Milazzo si è scusato con i turisti pubblicando un post sui social. «Una situazione – afferma il presidente Giovanni Mangano – della quale il Consorzio è assolutamente estraneo e che si ritrova a dover subire visto che l’accesso è stato impedito anche ai nostri volontari che si occupano di controllo e accoglienza. Fino a questo momento la Fondazione Lucifero non ha preso una posizione ufficiale. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 11.389 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT