Ingresso Ram (FOTO OGGI MILAZZO)Crisi alla Raffineria di Milazzo, venti milioni di perdite al mese. L’azienda scrive al governatore Musumeci 18 Luglio 2021 Cronaca 47 Commenti Venti milioni di euro mensili. E’ la cifra che da circa un anno perde la Raffineria di Milazzo a causa della crisi che attanaglia non solo gli impianti mamertini ma l’intero settore petrolifero. I conti in rosso, però, non sono legati ad un periodo transitorio o alla pandemia. La crisi negli impianti di via Mangiavacca serpeggiava da tempo e il covid l’ha solo acuita, portandola alla luce. Qualche giorno fa il direttore generale della joint venture, l’ingegnere Luca Amoruso, ha comunicato senza tanti giri di parole la situazione ai sindacati e alle ditte dell’indotto nel corso di un incontro nella sede messinese di Sicindustria. Poi ha preso carta e penna e scritto al presidente della Regione Nello Musumeci. Nell’ultimo anno gli azionisti Eni e Q8 hanno ripianato i debiti della Raffineria (essendo una società consortile i bilanci devono uscire sempre a pareggio) e rispettato la pianificazione degli investimenti, circa cento milioni di euro solo nel 2021. Nei prossimi mesi, però, i cordoni della borsa potrebbero stringersi e avviata una riorganizzazione della gestione della raffineria che non significa obbligatoriamente il taglio del personale ma quella che viene definita una “ottimizzazione” dei costi. LA LETTERA. Secondo quanto risulta ad Oggi Milazzo il proposito è contenuto in una lettera che la Ram ha inviato al presidente della Regione Siciliana nello Musumeci nella quale si fa un quadro chiaro e si auspica un supporto da parte dell’ente per salvaguardare una delle industrie più importanti dell’isola con 630 dipendenti diretti, mille nell’indotto e una produzione di 10 milioni di tonnellate annue di prodotto. Nella missiva si spiega che nel periodo antecovid, con tutte le difficoltà del caso, gli azionisti riuscivano ad ottenere margini che hanno permesso di investire costantemente nel miglioramento tecnologico. Lo scenario attuale è profondamente cambiato. Determinanti il calo della domanda, l’eccessiva produzione in Europa, aumento dei costi a causa di vincoli e limitazioni normative come la tassa per le emissioni di CO2 sui combustibili fossili aumentata in maniera esponenziale. A dare la spallata l’aumento della concorrenza internazionale delle raffinerie gestite dalle compagnie di stato produttrici in Asia e Medio Oriente (National Oil Companies) che beneficiano di regimi più favorevoli sia in materia di limiti ambientali che fiscali. A causa di questo scenario, da un anno il costo dei prodotti importati, pur con le spese di trasporto, è di gran lunga inferiore al costo industriale dei prodotti raffinati in Italia. LA PROSPETTIVA. Nonostante il post pandemia e l’aumento dei consumi il futuro non lascia ben sperare secondo Ram. Da un lato l’accelerazione del processo di transizione energetica che impone una ulteriore riduzione delle emissioni, dall’altro una conseguenziale riduzione della raffinazione tradizionale europea. Secondo gli esperti a resistere saranno solo le raffinerie capaci di associare alla produzione di carburanti tradizionali anche produzioni di specialties a più alto valore aggiunto. La Raffineria di Milazzo, nella missiva inviata al governatore Musumeci ritiene di poter affrontare questo scenario grazie agli ingenti investimenti compiuti dagli azionisti Eni e Q8 negli anni scorsi che la rende ancora competitiva, al posizionamento logistico e all’alta professionalità di chi vi opera. La sfida è complessa e piena di incognite ma la ricetta per i vertici di Ram è chiara: contenere i costi di produzione, di manutenzione e i costi amministrativi o collaterali alla presenza industriale sul territorio, con «l’indispensabile aiuto degli enti locali finalizzato a rendere l’intero territorio sempre più efficiente e di supporto all’industria della cui sostenibilità complessiva (economica, ambientale, sociale) non possono farsi carico solo ed esclusivamente gli azionisti». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 11.589 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT