Venti milioni di euro mensili. E’ la cifra che da circa un anno perde la Raffineria di Milazzo a causa della crisi che attanaglia non solo gli impianti mamertini ma l’intero settore petrolifero. I conti in rosso, però, non sono legati ad un periodo transitorio o alla pandemia. La crisi negli impianti di via Mangiavacca serpeggiava da tempo e il covid l’ha solo acuita, portandola alla luce. Qualche giorno fa il direttore generale della joint venture, l’ingegnere Luca Amoruso, ha comunicato senza tanti giri di parole la situazione ai sindacati e alle ditte dell’indotto nel corso di un incontro nella sede messinese di Sicindustria. Poi ha preso carta e penna e scritto al presidente della Regione Nello Musumeci.

Nell’ultimo anno gli azionisti Eni e Q8 hanno ripianato i debiti della Raffineria (essendo una società consortile i bilanci devono uscire sempre a pareggio) e rispettato la pianificazione degli investimenti, circa cento milioni di euro solo nel 2021. Nei prossimi mesi, però, i cordoni della borsa potrebbero stringersi e avviata una riorganizzazione della gestione della raffineria che non significa obbligatoriamente il taglio del personale ma quella che viene definita una “ottimizzazione” dei costi.  

LA LETTERA. Secondo quanto risulta ad Oggi Milazzo il proposito è contenuto in una lettera che la Ram ha inviato al presidente della Regione Siciliana nello Musumeci nella quale si fa un quadro chiaro e si auspica un supporto da parte dell’ente per salvaguardare una delle industrie più importanti dell’isola con 630 dipendenti diretti, mille nell’indotto e una produzione di 10 milioni di tonnellate annue di prodotto.

Nella missiva si spiega che nel periodo antecovid, con tutte le difficoltà del caso, gli azionisti riuscivano ad ottenere margini che hanno permesso di investire costantemente nel miglioramento tecnologico. Lo scenario attuale è profondamente cambiato. Determinanti il calo della domanda, l’eccessiva produzione in Europa, aumento dei costi a causa di vincoli e limitazioni normative come la tassa per le emissioni di CO2 sui combustibili fossili aumentata in maniera esponenziale.  A dare la spallata l’aumento della concorrenza internazionale delle raffinerie gestite dalle compagnie di stato produttrici  in Asia e Medio Oriente (National Oil Companies) che beneficiano di regimi più favorevoli sia in materia di limiti ambientali che fiscali. A causa di questo scenario, da un anno il costo dei prodotti importati, pur con le spese di trasporto, è di gran lunga inferiore al costo industriale dei prodotti raffinati in Italia.

LA PROSPETTIVA. Nonostante il post pandemia e l’aumento dei consumi il futuro non lascia ben sperare secondo Ram. Da un lato l’accelerazione del processo di transizione energetica che impone una ulteriore riduzione delle emissioni, dall’altro una conseguenziale riduzione della raffinazione tradizionale europea. Secondo gli esperti a resistere saranno solo le raffinerie capaci di associare alla produzione di carburanti tradizionali anche produzioni di specialties a più alto valore aggiunto. La Raffineria di Milazzo, nella missiva inviata al governatore Musumeci ritiene di poter affrontare questo scenario grazie agli ingenti investimenti compiuti dagli azionisti Eni e Q8 negli anni scorsi che la rende ancora competitiva, al posizionamento logistico e all’alta professionalità di chi vi opera. La sfida è complessa e piena di incognite ma la ricetta per i vertici di Ram è chiara: contenere i costi di produzione, di manutenzione e i costi amministrativi o collaterali alla presenza industriale sul territorio, con «l’indispensabile aiuto degli enti locali finalizzato a rendere l’intero territorio sempre più efficiente e di supporto all’industria della cui sostenibilità complessiva (economica, ambientale, sociale) non possono farsi carico solo ed esclusivamente gli azionisti».

  

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sveglia
sveglia
3 anni fa

la cosa che mi rincuora..con buona pace dei filoraffinaristi..che la raffineria cmq è destinata a chiudere, non nel breve certamente… ma sicuramente da qui a 20 – 30 anni molte cose cambieranno..è solo questione di tempo

Tony
Tony
3 anni fa
Reply to  sveglia

molto molto prima, ti ricordo che nel 2030/35 in UE e quindi in Italia, dovranno circolare obbligatoriamente SOLO auto e veicoli elettrici

carmelo
carmelo
3 anni fa

I soldi entrati a Milazzo in anni, per mezzo di raffineria e centrale elettrica, volano per altre attività, sono stati motivo di sviluppo, eliminato tanta miseria; il milazzese ingrato, dovrebbe solo tacere; ”vocazione turistica” da ridere: milazzesi hanno gestito Milazzo, lurida, caotica, la riviera di ponente ridotta a discarica, forestieri gestiscono il 70% delle attività ricettive, vergogna

Antonio
Antonio
3 anni fa
Reply to  carmelo

Che non si campa di solo turismo è vero, sulla mal gestione della città dei milazzesi è parzialmente vero, i due stabilimenti che lei menziona che sono uguali ad una discarica con adeguati investimenti statali-regionali si possono smantellare è fare altre tipi di industrie meno inquinanti, almeno questa è la mia idea, saluti.

uomodellastrada
uomodellastrada
3 anni fa
Reply to  Antonio

concordo e aggiungo che con lo smantellamento di raffineria e A2A ci sarà lavoro per almeno 10 anni, e per decine di migliaia di persone

Mauro
Mauro
3 anni fa
Reply to  Antonio

Caro Signor Antonio, faccia qualche esempio di “altro tipo di industria che si potrebbe fare” (naturalmente ad impatto 0) che garantirà l’occupazione ed una vita agiata a circa 3.000 famiglie per almeno 50 anni. Grazie

Tony
Tony
3 anni fa
Reply to  Mauro

quella che madre natura ha donato: turismo e ospitalità

gennari
gennari
3 anni fa

l’ENI batte cassa alla regione Sicilia. Non è una novità: solo pochi sanno che molti impianti, nel passato e nel recente passato, sono stati finanziati dalla regione Sicilia. Fior di milioni sono stati elargiti dallo stato in questi anni. i comuni mortali pagano le tasse!!!

uomodellastrada
uomodellastrada
3 anni fa
Reply to  gennari

concordo, aggiungo che non è giusto, la regione deve spendere per altro! ma anche se Eni prendesse un finanziamento per la Raffineria non risolve il problema ,fra qualche mese è di nuovo in passivo, questa industria produce perdite e inquinamento

Bud80
Bud80
3 anni fa

Il futuro non è la RAM, nè A2A, nè acciaieria e altre porcherie varie, per fortuna… tutte destinate a chiudere rassegnatevi e guardate avanti… solo il turismo può garantire posti di lavoro e forse evitare che i nostri figli continuino a partire.

carmelo
carmelo
3 anni fa
Reply to  Bud80

Infatti, in questo periodo di pandemia avremo mangiato pane e cicoria

Bud80
Bud80
3 anni fa
Reply to  carmelo

Bravo, continua a mangiare pane e petrolio, vediamo che effetto fa…

TAFFI
TAFFI
3 anni fa
Reply to  Bud80

ma se per scendere in spiaggia di ponente occorrono le scarpe da trekking altrimenti finisci in ospedale, mi parli di TURISMO!
CAMPIAMO DI TURISMO E I TURISTI DOVE LI PORTIAMO AL CASTELLO?
FORSE MEGLIO AL PARCO COROLLA!!!

Bud80
Bud80
3 anni fa
Reply to  TAFFI

Non sarà una transizione breve e facile, ma il futuro non sono comunque nè il petrolio, nè l’energia prodotta con il petrolio… bisogna cominciare da qualche parte e investire…

Stefano
Stefano
3 anni fa
Reply to  Bud80

ahahahaah

Realista
Realista
3 anni fa
Reply to  Bud80

E’ chi lo dovrebbe fare il turismo a Milazzo ?!!! 8 km di litorale desolante e 4 lidi in croce e vuoi fare il turismo ?!!!

Bud80
Bud80
3 anni fa
Reply to  Realista

I privati, investendo… pensi che in riviera romagnola o nelle altre regioni del nord siano i comuni o lo Stato a metterci i quattrini e il sudore?!? Oppure mi vuoi dire che non ci sono privati con i fondi necessari?

Onnep
Onnep
3 anni fa

Andatevene e lasciate pulito, abbiamo bisogno di una bella pineta sul mare, salute mare e sole

Vita p m
Vita p m
3 anni fa
Reply to  Onnep

Li la pineta non la fai neanche fra 100 anni.
Piuttosto preparatevi i coltelli per tagliare un po’ di fame

Tony
Tony
3 anni fa
Reply to  Vita p m

ci credo, se mandi a pascolare due pecore muoiono avvelenate all’ istante, è peggio di chernobil, per non parlare delle falde acquifere….

giovanni
giovanni
3 anni fa
Reply to  Onnep

ai perfettamente toccato il tasto giusto lasciate pulito e questo il problema tu veramente pensi che il giorno dopo che chiudono qualcuno metterà le mani in tasca per togliere tutto e fare la tua bella pineta non penso tu sia Italiano e nemmeno Siciliano forse vivi su Marte beato tu PS ogni tanto scendi sulla terra e vivi la realtà non vivere solo le favole ci potresti rimanere male buon viaggio

sveglia
sveglia
3 anni fa
Reply to  giovanni

se paghi per le bonifiche …le ditte arrivano eccome se arrivano