MilazzoNostra, digitalizzata la rivista storica fondata dal professore Bartolo Cannistrà (pdf gratuito) 22 Maggio 2021 Cultura e societa' La Società Milazzese di Storia Patria ed il Museo Ryolo mettono a disposizione di chiunque ne faccia richiesta (basta una mail a storiapatria@tiscali.it) l’intera collezione della rivista “MilazzoNostra”, una delle molteplici preziose eredità del professore Bartolo Cannistrà. Il prof. Filippo Russo, nel corso dell’elogio funebre pronunciato nella chiesa di S. Francesco di Paola il 19 maggio scorso al termine delle esequie del professore Cannistrà, nell’evidenziarne l’infaticabile opera di promozione culturale, ha evidenziato l’importanza di “MilazzoNostra”, il periodico trimestrale dedicato alla storia ed alle tradizioni di Milazzo, nonché al suo patrimonio artistico e naturalistico. Il primo numero della rivista, contraddistinta da una tinta seppiata e da un corposo numero di pagine arricchito da ricchi allegati, uscì nel febbraio 2002. In copertina il bicentenario della nascita di Domenico Piraino, con due saggi di altrettanti studiosi della Società Milazzese di Storia Patria, Antonino Micale e Girolamo Fuduli, cui si affiancavano Anna Calapaj, che grazie alla consultazione del prezioso archivio di famiglia avviava con MilazzoNostra una lunga collaborazione alla scoperta delle tonnare milazzesi, Carmelo Vaccarino, che ripercorreva i primi anni di vita del Circolo del Tennis e della Vela, e – tra gli altri – Gigi Billé, con cui veniva rievocata una delle pagine più tragiche della nostra storia recente, l’omicidio di due sfortunati Carabinieri all’incrocio tra le vie Migliavacca e De Gasperi. Internet e i social non avevano ancora guadagnato il peso odierno e la rivista seppiata, come amava chiamarla il prof. Cannistrà, se da un lato mirava a divulgare la storia cittadina destinandola ad un’ampia platea di cittadini, in particolare studenti e docenti, dall’altro consentiva agli autori – qualcuno di giovane età – di veicolare i risultati delle proprie ricerche in tempi rapidi e ad un pubblico più ampio di quello tradizionalmente offerto dalle consuete pubblicazioni di memorie locali. La rivista, nata col supporto degli abbonamenti di amici e sostenitori, si avvaleva peraltro della capillare rete di diffusione dell’Editoriale il Punto, che proprio in quegli anni piazzava “La Città”, l’altro periodico di informazione fondato dallo stesso Professor Cannistrà, nell’intero territorio comunale. La pubblicazione di MilazzoNostra, potenziata nel frattempo con le autorevoli collaborazioni della storica dell’arte Elvira D’Amico e del magistrato Franco Chillemi, sarebbe continuata costantemente per circa 11 anni. L’ultimo numero, il 33° (in verità 34° se si aggiunge una sorta di numero 0 della rivista uscito in allegato a La Città), uscì nelle edicole cittadine nel novembre 2012. Un anno dopo, l’istituzione presso l’ex Carcere Femminile del Museo Etnoantropologico e Naturalistico “Domenico Ryolo” (dicembre 2013) avrebbe creato le premesse per colmare il vuoto lasciato dalla rivista seppiata del Professore, grazie ad un’altrettanto capillare opera divulgazione – questa volta a mezzo social – che prende le mosse proprio dall’esempio illuminato di Cannistrà. E non poteva essere altrimenti, visto che il Museo Ryolo altro non è che una costola di quella Società Milazzese di Storia Patria fondata nell’ormai lontano 1989 proprio dal Professore, che nel tempo ha non solo tutelato e divulgato, ma anche e soprattutto seminato. A comprendere la straordinaria importanza di MilazzoNostra nell’ambito del panorama culturale cittadino è stato anche l’ing. Alberto Bonaccorsi, che in collaborazione col Museo Ryolo ha pazientemente digitalizzato l’intera collezione della rivista, terminando questa sua preziosissima fatica nel marzo scorso. L’idea era quella di offrire gratuitamente la collezione integrale a chiunque ne avesse fatto richiesta per il tramite del Museo. Un progetto che mesi prima aveva già incontrato il favore dello stesso prof. Cannistrà, il quale peraltro era già in possesso del formato digitale: lui stesso si era offerto di fornire i files pdf non appena le forze glielo avessero consentito. Vana illusione, purtroppo. Ci ha pensato comunque l’ing. Bonaccorsi, guadagnandosi lo scorso 23 marzo, con un commosso messaggio whatsapp, l’affettuosa gratitudine del professore. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.971 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT