Cimitero di Milazzo (FOTO OGGI MILAZZO)Compravendita di loculi al cimitero di Milazzo, chiesta proroga indagini. Lo Schiavo scrive la sua verità ai soci della Puglisi 23 Aprile 2021 Cronaca 9 Commenti Il pm Emanuela Scali della procura di Barcellona ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Salvatore Pugliese, una proroga di ulteriori sei mesi per fare luce sulla presunta compravendita di loculi al cimitero di Milazzo. Nel mirino c’è Filippo Lo Schiavo, presidente della società di mutuo soccorso Natale Puglisi assieme ad altri 39 indagati. Il suo legale Vincenzo Isgrò ha già presentato opposizione. L’inchiesta “caro estinto” punta i riflettori sulle compravendite avvenute tra il 2018 e i 2019 che sarebbe avvenuta – secondo l’accusa – in maniera illegale. (LEGGI QUI I DETTAGLI). Lo Schiavo è accusato di associazione a delinquere, corruzione, peculato e induzione indebita. A distanza di tre mesi mesi, inoltre, il Tribunale del riesame di Messina non si è espresso sul ricorso presentato dalla procura che chiede l’applicazione di misure cautelari per coloro che sono ritenuti i presunti artefici dell’associazione a delinquere. L’udienza si è tenuta l’11 gennaio. La procura barcellonese, infatti, ha impugnato l’ordinanza con cui il gip nega la misura cautelare dell’arresto in carcere nei confronti di Filippo Lo Schiavo; quella degli arresti domiciliari per i suoi collaboratori Martina Cappellano, 25 anni, Giuseppe Napoli, 58 anni e dell’imprenditore Giuseppe Marchese, 57 anni; l’obbligo di dimora per Franco Russo, 63 anni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. LA LETTERA DI LO SCHIAVO. In attesa di sviluppi Filippo Lo Schiavo, dirigente d’azienda in pensione, autore di una pagina facebook “La Zotta” in cui lanciava moniti e sferzava commenti sui fatti politici cittadini mettendo in evidenza “fatti e misfatti” locali, ha affidato una lunga difesa in una lunga lettera di cinque pagine spedita in questi giorni ai soci infrangendo il suo «comprensibile e riservato silenzio» tracciando il lavoro svolto nei trentaquattro anni in cui avrebbe svolto la funzione «modestamente e umilmente». Una presidenza mai «censurata né dai soci né dalle autorità competenti al controllo». Secondo Lo Schiavo il «peccato originale» di tutta l’inchiesta che va avanti da 30 mesi sta nel fatto che la società Natale Puglisi non sarebbe mai stata concessionaria di servizi cimiteriali (avrebbe ottenuto solo una «mera autorizzazione edilizia») e dunque le condotte a lui ascritte «devono essere considerate solo nell’ambito strettamente privatistico e gestionale» e non da «incaricato di pubblico servizio». Non esisterebbe alcun tipo di sistema illegale di vendita dei loculi cimiteriale poichè le somme in più versate dai soci per aggiudicarsi un posto nell’antica cappella “Puglisi” erano formalmente un «contributo straordinario destinato al recupero architettonico ed edilizio ed al restauro della più preziosa delle nostre cappelle societarie risalente al 1889». La parte finale è dedicata all’ex sindaco Giovanni Formica con cui non è mai corso buon sangue. Sostiene, in sostanza, che se i cittadini sono stati costretti ad acquistare loculi è da addebitare all’ex amministrazione poiché non avrebbe dato corso alla delibera della Giunta Pino del dicembre 2014 con cui si concedevano i terreni cimiteriali per la costruzione di nuove cappelle alle società di mutuo soccorso. «Sono stati costruiti solo 35 locali comunali a fronte di circa 400 decessi l’anno», conclude Lo Schiavo. LEGGI LA LETTERA DI LO SCHIAVO: CLICCA QUI Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 4.821 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT