Barcellona, Ipab “Nicolaci Bonomo”: assolti Cangemi, Formica e Saya 6 Aprile 2021 Nei Dintorni BARCELLONA. Sono stati assolti “perchè il fatto non sussiste”. Il Tribunale di Barcellona ha messo la parola fine all’ennesimo procedimento riguardo la gestione dell’Ipab “Nicolaci Bonomo” di Barcellona, relativo all’azienda agricola ‘Camilla Orsi’, a cui era stato concesso in locazione un fondo di proprietà dell’ente benefico e da cui è scaturita l’imputazione di truffa in concorso e tentata frutta aggravata nei confronti dell’Ipap da parte di: Mariano Cangemi, all’epoca Segretario dell’ente Pasqua Formica, legale rappresentante dell’azienda agricola in questione; il geometra Fortunato Saya, tecnico a cui l’Ipab aveva dato incarico di redigere il computo metrico di lavori eseguiti sul fondo e pagati in parte con fondi Ipab e in parte dall’azienda agricola. Le contestazioni mosse ai tre imputati sono state di truffa in concorso, poiché Pasqua Formica, quale titolare dell’ azienda agricola “Camilla Orsi” con sede in contrada Salicà di Terme Vigliatore, realizzata su un terreno di proprietà dell’Ipab, assieme al marito Mariano Cangemi (lo stesso segretario dell’Ipab), hanno goduto per oltre 15 anni del vasto fondo agricolo e dell’ immobile restaurato con fondi pubblici della Regione erogati all’ente. Truffa che sarebbe stata consumata in relazione ai canoni locatizi e truffa per ulteriori condotte, reati in contestazione risalenti rispettivamente al 2012 e 2013. Oggi, quindi, entrambi soggetti a prescrizione. Maturata la prescrizione, questa è condizione prevalente rispetto all’assoluzione secondo la vecchia formula dubitativa a meno che il Giudice non assolva gli imputati ai sensi del comma I dell’art. 530 c.p.p. per evidenza macroscopica che conduca ad assoluzione con formula piena. Nel caso di specie, gli imputati sono stati assolti ‘perchè il fatto non sussiste’, nonostante il Pm Silvana Messina avesse invocato la prescrizione. Richiesta disattesa dal Giudice del Tribunale di Barcellona P.G., Noemi Genovese. La vicenda Nel 2013 arriva la richiesta di rinvio a giudizio per Mariano Cangemi, con le medesime accuse di truffa in concorso e tentata truffa aggravata ai danni di un ente benefico quale l’Ipab, estesa anche alla moglie di Cangemi, Pasqua Formica. Richiesta di rinvio a giudizio anche per il geometra Fortunato Saya di Barcellona, da sempre tecnico di fiducia dell’ Ipab “Nicolaci Bonomo” e dello stesso Cangemi. Secondo gli inquirenti, Pasqua Formica, quale titolare dell’ azienda agricola “Camilla Orsi” con sede in contrada Salicà di Terme Vigliatore, realizzata su un terreno di proprietà dell’ Opera pia dove insiste una grande e antica casa colonica, assieme al marito Mariano Cangemi, oltre che segretario dell’ Ipab considerato dalla Procura di fatto titolare dell’ azienda agricola Camilla Orsi, avrebbero goduto per oltre 15 anni del vasto fondo agricolo e dell’ immobile restaurato con fondi pubblici della Regione erogati all’ ente, stipulando, dopo una delibera commissariale dell’ ente del 16 agosto 1997 un contratto d’ affitto scaduto l’ 11 novembre 2012. Un risultato visto come ‘assai svantaggioso’ per l’ Ipab in quanto veniva stabilito già in avvio un prezzo annuo di appena 1 milione e 600 mila delle vecchie lire, quando invece il canone annuo minimo, considerati anche i miglioramenti apportati sul fondo, non poteva essere inferiore ad 8 milioni e 700 mila delle vecchie lire. La titolare dell’ azienda “Camilla Orsi” fu accusata di non aver sborsato nemmeno un centesimo negli oltre 15 anni in cui ha usufruito del vasto fondo agricolo e del grandioso caseggiato rurale trasformato in villa di campagna e residenza del figlio dei coniugi Cangemi –Formica. Cangemi e Formica sono stati indicati nel capo d’ accusa quali istigatori nell’ indurre l’allora commissario straordinario Giovanni Perez a certificare che la parte affittuaria aveva realizzato miglioramenti, fatto considerato contrario al vero in quanto i miglioramenti presenti sul fondo erano stati eseguiti, con conclusione dei lavori come accertato dalla Guardia di finanza e da una consulenza tecnica disposta dalla Procura il 3 ottobre 1997, integralmente con spese a carico dell’ Ipab Nicolaci Bonomo. Ipotesi oggi totalmente smentita. Asserire che le spese indicate come “spese servite falsamente a compensare i 36 milioni di vecchie lire che la titolare della ‘Camilla Orsi’ doveva nei 15 anni all’ Ipab quale corrispettivo degli affitti mai pagati per un immobile di inestimabile valore” -secondo l’accusa -non corrispondeva al vero e i coniugi Cangemi e Formica avrebbero inoltre, assieme al geometra Fortunato Saya, tentato di compiere una ulteriore truffa, in quanto con ‘artifizi e raggiri’ chiedevano 200 mila euro per lasciare il fondo e il caseggiato. Una vicenda lunga e tortuosa, il cui risultato, però, ha portato all’assoluzione. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.961 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT