La situazione dei circhi in Italia è drammatica. Il grosso dei complessi è fermo dall’inizio di marzo a causa della pandemia. In Sicilia Dei 20 milioni messi a disposizione dallo Stato per artisti e maestranze dello spettacolo, al mondo del circo sono arrivati solo 700 mila euro (9600 euro ciascuno). E molti hanno deciso di bloccare gli spettacoli. 

Così è stato anche per il circo Lidia Togni. «Da nove mesi bloccati per l’emergenza Covid-19, viviamo nell’incertezza – sottolinea all’Adnkronsos il milazzese Francesco Merrina, responsabile organizzativo del circo Lidia Togni, a giudizio del quale la situazione attuale è diventata “ormai insostenibile” –  nessun accenno a una eventuale riapertura. Non se ne parla. Il Governo si è dimenticato dei circhi e degli spettacoli viaggianti in genere. Il contributo statale? Pari a 9.600 euro quando noi spendiamo circa 6.000 euro ogni mese per la cura degli animali a nostro seguito”.  Siamo 15 persone a lavorare nel circo Lidia Togni, ma con le rispettive famiglie arriviamo a 40. Gli assunti hanno preso 210 euro di cassa integrazione: 210 euro con famiglia a carico!», ripete incredulo.

Francesco Merrina in un reportage fotografico pubblicato dal giornale olandese AD (FOTO Angelo van shaik)

«La nostra – spiega Merrina – non è una attività che chiudi la porta e finisce lì. Continuiamo ad avere consumi, abbiamo gli animali da gestire e curare. Non ce la facciamo più… durante il primo lockdown un aiuto è arrivato dalla Protezione civile che ci ha consegnato 22 balloni di fieno, sono bastati per 11 giorni. Oggi al nostro grido di aiuto ha risposto la Polizia Locale di Roma Capitale che ci ha portato altri balloni».

“A giugno abbiamo deciso di non riaprire perché non ci conveniva anche per questioni organizzative. L’abbiamo fatto ad ottobre scorso, l’attività è durata una settimana, poi il nuovo stop. La cosa assurda è che aprono i centri commerciali con nessun criterio di controllo e a noi ci fanno stare chiusi quando non c’è mai stato un contagio e la sicurezza è sempre stata garantita”.

Il settore in Italia conta circa 100 realtà (tra circhi tradizionali, arene estive, teatri viaggianti, quelli di burattini e marionette ed esibizioni moto-auto acrobatiche) con 5.500 persone che vi lavorano.

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Davide
Davide
4 anni fa

Sarebbe l’occasione giusta per liberare quei poveri animali rinchiusi nelle gabbie e schiavizzati, umiliati e utilizzati come “pagliacci” per il divertimento di noi umani (per lo più rappresentati da innocenti bambini). La vostra chiusura è stata decretata non dal Governo, ma dal virus. Cosa vorreste fare? Entrate contingentate? Converrebbe a voi?

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Davide

Ecco i voti negativi dei nostalgici del circo, delle tradizioni… Senza animali sarebbe davvero un bello spettacolo! Ma come potete concepire uno show in cui elefanti, leoni, tigri, animali esotici nati liberi, devono stare rinchiusi e sottostare ai trattamenti particolari degli umani? Il Covid ha danneggiato molte categorie, purtroppo!

Francesco
Francesco
4 anni fa
Reply to  Davide

Senza animali non è circo

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Francesco

Lei avrà una visione nostalgico-sentimentale legata ai ludi circensi, quelli dell’antica Roma. Vorrei informarla che i tempi cambiano, certe pratiche restano, mentre altre posso anche modificarsi in ragione di una più consapevole civilizzazione. Vorrebbe un ritorno alle lotte coi gladiatori e le belve feroci, magari assieme ai saltimbanchi?

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Davide

Refuso: “possono”

francesco
francesco
4 anni fa
Reply to  Davide

che gli animali siano poveri,umiliati,pagliacci e schiavizzati e’ un suo parere, che le chiusure siano dovute al virus lo avevamo capito ma lei sembra poco informato anche su un’altra cosa. le sfugge che il cts aveva dettato a tutti i luoghi di spettacolo delle regole che prevedevano anche gli ingressi contingentati oltre una serie di prescrizioni a tutela degli spett. ma hanno chiuso lo stesso

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  francesco

Ditelo a loro. Non mi occupo di legiferare o promulgare decreti. D’altronde hanno chiuso tante altre attività, soprattutto quelle di genere ricreazionale. Se per lei far diventare un leone come un micetto che scimmiotta su una pedana significhi rispetto o divertimento, ecco spiegata l’idiozia di certi umani. Spero lei non ne faccia parte!

Last edited 4 anni fa by Davide
francesco
francesco
4 anni fa
Reply to  Davide

gentile sig davide, da appassionato le dico che io ne faccio orgogliosamente parte non ho nulla da vergognarmi,anzi come vede difendo la causa perche’ la conosco,le sue invece sono illazioni e fantasiose ricostruzioni personali di un modo di vedere la cosa che nulla hanno a che fare con la realta’.il rispetto per gli animali si conquista sul campo,le risposte invece esclusivamente da studi