L'ingresso del feretro al Duomo di MIlazzoFunerali Aurelio Visalli, l’omelia del vescovo: «Chi dona la propria vita per gli altri non muore mai» 2 Ottobre 2020 Cronaca 1 Commenta All’interno del Duomo di Milazzo c’erano duecento persone. In chiesa le misure restrittive legate al contenimento del Covid 19 hanno lasciato spazio solo ai familiari, alle autorità e ai colleghi. Niente telecamere. Niente giornalisti. Erano presenti il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Al loro fianco tantissimi vertici delle autorità civili e militari interregionali di Carabinieri e Guardia di Finanza. Fuori, però, c’era un’intera città in piedi pronta a dare l’ultimo saluto a Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto nelle acque impetuose del mare di Ponente durante le operazioni di salvataggio del quindicenne milazzese rimasto, sabato scorso, un’ora in balia delle onde. Un saluto solenne e composto. Pochi applausi. Nessuno fatto dentro la chiesa ma solo quelli scroscianti e commoventi partiti dalla piazza all’ingresso e all’uscita del feretro dalla chiesa. Un saluto, quello fatto ad Aurelio, quasi silenzioso. Esattamente come silenziosa è stata la sua morte. Era lì tra le onde con un salvagente arancione in mano legato ad una fune, senza vestiti, tolti per non bagnare la divisa, con un occhio sempre verso il ragazzo che in mare lottava per sopravvivere e l’altro verso la spiaggia in attesa dei riforzi che dovevano supportarlo. Riforzi che non hanno fatto in tempo ad arrivare. Aurelio è sparito inghiottito da un’onda. In silenzio. Senza fare rumore. Un gran rumore nel cuore della gente, invece, hanno fatto le parole del cappellano militare Santo Marcianò che, con l’arcivescovo di Messina monsignor Giovanni Accolla e il vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro, ha officiato la messa per i funerali. «Chi dona la propria vita per gli altri non muore mai». Le sue parole sono piombate su un dolore che ha scosso tre comunità. Quella di Milazzo dove il sottufficiale lavorava e di Rometta e Venetico, città d’origine e di residenza. In chiesa erano presenti i sindaci Nicola Merlino e Franco Rizzo insieme al primo cittadino della città del Capo Giovanni Formica accompagnato dagli assessori Pierpaolo Ruello e Ginevra Schiavon. «Siamo attoniti, sconvolti e ci sentiamo stretti dalla morsa del dolore per la morte di un eroe, che era anche giovane, marito e padre. Una vita spezzata in maniera troppo improvvisa. Non possiamo non riconoscere la lezione di giustizia alta che ci viene dal sacrificio di Aurelio. È andato incontro al pericolo, al mare in tempesta per una legge morale scritta nel cuore». Aurelio Visalli, aveva 41 anni e la sua famiglia era anche quella della Guardia Costiera, oggi in chiesa tutti vestiti di bianco hanno pianto sulla sua bara. A porgere l’ultimo saluto c’era anche Enzo Vecciarelli, Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giovanni Pettorino, Capo di Stato Maggiore della Capitaneria di Porto e Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Marina. Proprio Pettorino a conclusione della celebrazione ha fatto rimbombare in chiesa parole bellissime. «Oggi – ha detto – è il giorno in cui si celebrano i Santi Angeli Custodi. Tu per noi sei un angelo del mare». «La morte – ha aggiunto Marciano – è sempre drammatica a volte umanamente insopportabile, ma ci sono morti come questa dove lo si fa per gli altri e si fa della propria morte un dono. Ci dobbiamo fermare davanti a questo gesto di Aurelio che ci spiazza, ha dimostrato un amore smisurato verso quei ragazzi in difficoltà. La sua morte ci lascia un messaggio importante: Aurelio muore per qualcuno ed ha sempre vissuto per gli altri. E’ stato un angelo tutta la sua vita. Ha scritto una pagina stupenda con il suo amore». Ad attenderlo prima del trasferimento a Venetico una città che ha bloccato le sue attività, ha chiuso le strade, per consentire l’accesso in sicurezza alle autorità, ed è rimasta in rigoroso silenzio per tutta la durata della celebrazione religiosa. Davanti l’ingresso delle chiesa, invece, un grappolo di palloncini bianchi sono stati liberati in cielo dai compagni di classe del figlio undicenne. Un volo verso il cielo lento e silenzioso. Silenzioso anche questo. Rossana Franzone Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.655 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT