Ecco l’appello di 160 giornalisti di Citynews, tra assunti e precari, dopo la disdetta della Fnsi: “I professionisti del web non vengano abbandonati. In un panorama di crisi è assurdo negare rinnovi di contratti e stabilizzazioni”. Arriva una lettera per chiedere un incontro con i vertici del sindacato.

LA LETTERA. “La disdetta del contratto Uspi da parte della Fnsi e la circolare Inpgi n.8 del 10 agosto scorso mettono a serio rischio il futuro e la tenuta occupazionale delle testate del gruppo Citynews, così come di altre aziende editoriali online: Fanpage, Netweek, Open, Tpi, More News. Dallo scorso 1 giugno, data in cui l’Uspi non è più in vigore, gli editori non possono più rinnovare i contratti a termine né procedere alle assunzioni già programmate. Relativamente a Citynews stiamo parlando di una ventina di nuove assunzioni in media all’anno. Una situazione che, alla luce della circolare Inpgi, sta provocando il caos anche tra gli assunti.

Di fronte a questa situazione a dir poco preoccupante, figlia di decisioni a nostro avviso senza precedenti, la Fnsi (il sindacato unitario dei giornalisti) ha l’obbligo di dare risposte ai tanti giornalisti che temono per il proprio posto di lavoro e a quelli che, attraverso il contratto Uspi, potevano essere stabilizzati. Ecco perché riteniamo indispensabile che la Fnsi si adoperi per una seria trattativa finalizzata al rinnovo o quanto meno ad una proroga del contratto Uspi. Consideriamo tardivo e insufficiente l’ultimo incontro che si è tenuto con Uspi, sia perché non ha “partorito” nessuna proroga sia perché non è stato centrato sulle reali esigenze del settore e dei colleghi precari in attesa di una legittima assunzione.

L’incomprensibile posizione assunta dalla Fnsi ci induce a rompere il silenzio ed a rivendicare il diritto di poter svolgere il nostro lavoro con una prospettiva che non sia quella di essere condannati a stare in un limbo. Questo contratto – che sicuramente è perfettibile – in poco tempo ha permesso a tanti giornalisti che lavorano nell’online di uscire fuori dal precariato. Secondo i dati forniti dall’Uspi sono oltre 500 in tutta Italia i rapporti di lavoro formalizzati, a fronte di una vera e propria emorragia di contratti Fieg-Fnsi: -1.000 all’anno.

In un panorama di profonda crisi del mondo editoriale e anche dell’Inpgi, aggravata dagli effetti negativi del Coronavirus, appare quindi assurdo e inconcepibile provocare un’ulteriore ecatombe di posti di lavoro e negare a numerosi precari la possibilità di essere stabilizzati. Giornalisti che sul web fanno un lavoro straordinario e che non possono essere abbandonati. Ecco perché, registrata la disponibilità e la volontà degli editori delle testate online menzionate a migliorare il contratto Uspi (sia nella parte economica sia in quella giuridica), chiediamo ufficialmente che i vertici della Fnsi ricevano una delegazione composta dai giornalisti firmatari di questo appello: oltre 160. Oltre che deformazione professionale, è nostro diritto comprendere il perché delle scelte fatte dal sindacato.

Ne va del nostro futuro e di quello di tanti giornali che, in assenza di un contratto di riferimento per l’online, non saranno più nelle condizioni di fare investimenti o, peggio ancora, potrebbero essere costretti a chiudere. Il tempo stringe, ognuno si assuma le proprie responsabilità: prima che sia troppo tardi, il sindacato – quello che dovrebbe essere il nostro sindacato – convochi un incontro finalizzato a tracciare la strada per un nuovo contratto Uspi e nelle more proroghi quello esistente. Da parte nostra auspichiamo una convocazione della Fnsi affinché si possa ribadire l’importanza prima di una proroga e poi di una trattativa seria, con tutte le parti presenti, finalizzata a migliorare la retribuzione e incrementare i diritti del contratto Uspi”.