Anche l’Ipercoop di Milazzo non sarà più gestito direttamente da Coop Alleanza 3.0 ma affidato tramite franchising (cessione ramo d’azienda) ad un gruppo privato siciliano. A confermarlo un comunicato ufficiale dell’azienda sul nuovo Piano di Rilancio. Secondo Coop Alleanza 3.0 la decisione di dare avvio ad un piano di riassetto della rete di vendita di Coop Alleanza 3.0 in Sicilia è legata al fatto che «soffre da tempo di andamenti strutturali in costante perdita, oggi non più sostenibili economicamente».

Per questo la cooperativa prevede di gestire i 12 punti vendita della Sicilia tramite un accordo di franchising «che ne affiderà la gestione e il rilancio a un imprenditore locale con esperienza nel settore». «Una soluzione – si legge in una nota – che ha come obiettivo il duplice vantaggio di salvaguardare appieno l’occupazione e mantenere la presenza del marchio Coop in Sicilia rilanciando la centralità dei prodotti a marchio, preservando al contempo la mutualità per i soci e tutti i vantaggi per i soci e per i clienti».

Ad oggi la Cooperativa ha ricevuto diverse manifestazioni di interesse da soggetti imprenditoriali, tra queste, ha deciso di avviare una trattativa, scegliendo un imprenditore locale che risponde a tutti gli stringenti requisiti richiesti dalla cooperativa. I franchisee infatti devono rispettare requisiti precisi: presenza territoriale, reputazione e rispetto della legalità, affidabilità economico-finanziaria. L’imprenditore inoltre si deve impegnare a garantire il rispetto dei contratti collettivi nazionali, e degli standard Coop su: norme igienico-sanitarie, diritti dei lavoratori, adesione a normative nazionali e locali su – ad esempio – attività commerciali, urbanistica, uso dei marchi.

Una situazione che ha messo in subbuglio sindacati e il mondo della politica. I dipendenti dei dodici punti vendita hanno diffuso sui social un’accorata lettera aperta.

«In una terra arida come la Sicilia, dove il lavoro è una conquista e sia i lavoratori che gli imprenditori sono costretti a scendere a compromessi – scrivono – poter entrare a lavorare in Coop è stato per tutti noi motivo di grande orgoglio. Dietro l’insegna Coop riconoscevamo principi come rispetto delle persone, trasparenza e legalità.
Negli ultimi tre anni, con la firma del contratto di flessibilità, ci siamo sacrificati rinunciando allo straordinario e sforando le ore previste dal contratto per permettere all’azienda di sopravvivere nel territorio.
Le festività, le domeniche, le settimane prima del Natale o i mesi estivi sono stati per noi pesanti a causa dell’aumento del numero di ore richieste. Ore che avremmo dovuto recuperare nei periodi, per così dire, “morti”.
Non dimenticheremo mai questi mesi di lockdown in cui abbiamo continuato a lavorare e offerto un servizio essenziale, nonostante lo stress e la paura del contagio per noi e le nostre famiglie. Ma anche in questo momento difficile non ci siamo tirati indietro, tanto da essere definiti dal Presidente di Coop gli “eroi di quei giorni”.
Abbiamo sempre fatto tutto con costanza e rispetto per il lavoro, perché la nostra era una missione per salvare Coop, l’azienda che consideriamo una perla rara in Sicilia. Ma Coop ha deciso di non salvare noi.
Coop – sostengono – ci ha preso in giro, ci ha deluso. Ci ha fatto credere che i nostri sacrifici sarebbero serviti a preservare il posto di lavoro. Nell’ultimo anno tutti i nostri sacrifici hanno permesso all’azienda di raggiungere gli obiettivi, non per il nostro futuro ma per quello di Coop nel resto d’Italia. Vogliamo denunciare la volontà di Coop di abbandonare soci e lavoratori in Sicilia e di non rispettare gli impegni presi. Vogliamo che i nostri clienti, soci e non, conoscano cosa sta accadendo dietro a quel marchio, tra gli ultimi baluardi di legalità in Sicilia. In un momento difficile per tutti Coop ha scelto di abbandonarci e venderci al miglior offerente, abbandonando anche i principi e valori sui cui si fonda. I compratori garantirebbero la stabilità occupazionale ma noi ci chiediamo: per quanto tempo e con quali garanzie per noi lavoratori?» conclude la lettera aperta.

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Umanista virtuale
Umanista virtuale
4 anni fa

Ci siamo aperti a un mercato globalizzato dove non ci stanno solo i ricchi come eravamo noi ma anche più poveri o più organizzati come i cinesi che aprono negozi e pachistani bancarelle e negozi alimentari
E la legge di un mercato libero
O ti organizzi o sei facogitato
Ideologia di destra o di sinistra dato che non esiste più un area di centro

Neropersempre
Neropersempre
4 anni fa

Quindi i super e iper mercati hanno fatto chiudere le botteghe italiane ma i bottegai cinesi o gli ambulanti pachistani fanno chiudere la grande distribuzione italiana? La globalizzazione è anche lo smartphone che hai in tasca a 4 soldi

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Neropersempre

Ma è chiaro: non esiste più il “made in Italy”, il mercato è fin troppo libero ed aperto. Quel poco di nazionale rimasto o viene inghiottito, o sopravvive tra mille difficoltà: tasse, burocrazia, mercato del lavoro disastroso, ecc. Una piccola realtà come Milazzo su quali economie dovrebbe puntare? industrie? sul solo settore primario? sul terziario?

Last edited 4 anni fa by Davide
Franco
Franco
4 anni fa

Se non ricordo male è stata la sinistra di Bersani e poi di Monti a volere la liberalizzazione del commercio e la deregulation delle aperture indiscriminate, senza più orari e festivi, per avere più occupazione e concorrenza. Questo è il risultato.

Robespierre67
Robespierre67
4 anni fa

Se la politica autorizza l’apertura di 10 supermercati dove ne bastano 5 alla fine è solo questione di tempo ma 5 chiudono con tutti i rischi annessi e connessi legati a mancati pagamenti di lavoratori e fornitori. Stesso discorso per l’edilizia residenziale!

Franco
Franco
4 anni fa

Mi volete spiegare come può un un’imprenditore qualsiasi a gestire con utile una impresa che la Coop che è una potenza economica non è riuscita a far produrre? Vedo tempi oscuri

Giovanni
Giovanni
4 anni fa
Reply to  Franco

Molto semplice, basta schiavizzare i dipendenti, fargli contratti precari col ricatto del mancato rinnovo, dare meno ferie, meno stipendio, farli lavorare più ore e negargli i diritti.
Molti ” prenditori ” siciliani sono bravi in questo, staremo a vedere.

Ettore
Ettore
4 anni fa

La coop lascia, la ram si ridimensiona, i negozi chiudono, affidi i risparmi a banche e poste e te li mangiano, ma dove vogliamo arrivare? Chi ci governa e dovrebbe guidarci si rende conto della situazione? Se si creail deserto poi non ci sarà più nessuno a cui chiedere il voto.

Lulu
Lulu
4 anni fa
Reply to  Ettore

Semplicemente cambiare città. Milazzo è buona solo da giugno ad agosto per il mare, il resto dei mesi è una città inutile.

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Lulu

In parte è vero, ma cambiare città non è sempre una panacea o facilmente fattibile per ciascun individuo. Cosa dovremmo fare, emigrare in massa? Attuare una “diaspora milazzese” senza precedenti? tutti fuori dalle nostre terre undici mesi l’anno, a cercare l’eldorado chissà dove, magari a lavare i piatti a Dubai o lavare i cessi a New York!

ettore
ettore
4 anni fa
Reply to  Davide

come ben saprai,anche se qualcuno va in questi posti a fare lo schiavo,non ti dira mai la verita.mio figlio dirige una graaaande azienda,sono il ceo di una enorme societa,ho trovato un posto da 5000 euro al mese,si….con i soldi mandati mensilmente dai genitori,zii e parenti vari.tanto vale rimanere qui e resistere.ma noi no,facciamo i fighi,partiamo perche cu nesci rinesci………forse.

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Ettore

Tutte condizioni anomale riflesso di un’economia malata, di gestioni e scelte politiche malsane e di sistemi che, in nome della “globalizzazione” tanto auspicata, hanno affossato molti settori di cui parli. Se metti al centro di tale sistema il denaro è non l’uomo, cosa vuoi che nasca, prosperità, armonia, legalità, bene comune?

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Davide

“E” congiunzione… Il correttore ortografico malefico!

Mario Lametta
Mario Lametta
4 anni fa

Bella la Coop… Quando ha registrato i mega incassi durante il lockdown tutti bravi.. adesso che “squaglia la neve”… Decidono di lasciare la Sicilia… Complimenti a tutti i sindacati quelli si pagati mensilmente con delle trattenute in busta…
Ma poi il nuovo imprenditore locale chi è? Ha esperienza nel settore… Quale?