Perché Oggi Milazzo non ha pubblicato la notizia del suicidio avvenuto ieri mattina? La domanda me l’avranno fatta un centinaio di volte nelle ultime 24 ore. Quasi tutti i giornali on line locali lo hanno fatto. Stamattina era pure in prima pagina. Chi scrive questo giornale tra i tanti difetti ha ancora dentro di se un barlume di etica. Con l’avvento dell’online, noi della vecchia scuola, per sopravvivere, abbiamo dovuto voltare le spalle a tanti principi. L’esempio più folgorante a cui ci ostiniamo a resistere è quella antica e desueta usanza di dare spazio a tutti. Addirittura anche a quei “bugiardi” dei sindaci. La cosa che ci fa arrossire maggiormente è, in realtà, il “copia e incolla” fatto con lo smartphone in coda al supermercato in ossequio alla dura legge del clic. Ma il rossore lo condividiamo con un esercito di colleghi e ci autoassolviamo.

Una cosa me la ricordo ancora bene, però. Quando esistevano le redazioni veniva spiegato ai “biondini” che c’è una regola non scritta: non si scrive di suicidi.

Due le motivazioni. Perché rientra nella sfera privata della persona e, fatto ancora più importante, c’è un grosso problema di emulazione. Una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità ha provato in maniera scientifica la correlazione tra l’uscita di notizie relative a suicidi, e l’aumento di episodi nel periodo immediatamente successivo.

Ma qui di mezzo c’era il coronavirus, dirà chi la sa lunga e incorniciato il report di Google Analytics che certifica il record di letture ottenute ieri. Bene: nella lettera lasciata dall’uomo, a quanto pare da tempo con sintomi depressivi, non ci sarebbe alcun riferimento all’emergenza. Si parla di problemi economici che in realtà lo accompagnavano da tempo e di questioni familiari generiche. Dunque che si sia trattato della prima vittima di coronavirus è una deduzione di chi ha scritto. Inutile poi elencare le decine di “regole” violate con la pubblicazione del nome, della foto e di altri dettagli familiari che non ripeteremo.

Non so se a quel barlume di etica (e di coraggio) che ci è rimasto e che ieri ci ha portato a dedicare il primo segmento della diretta facebook del martedì sera alla depressione post quarantena, alla fine dovremo rinunciare per rimanere vivi in questa giungla. Di certo ieri abbiamo deciso volutamente di rimanere fuori dalla mischia rinunciando ad una montagna di clic. Questi li lasciamo agli altri. Noi, per il momento, ci teniamo l’etica: non si mangia ma fa bene allo spirito.

Gianfranco Cusumano

Subscribe
Notificami
guest
13 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Giuseppe
Giuseppe
4 anni fa

Perché del tentativo di suicidio di Vaccarella ne avete parlato?

Letizia
Letizia
4 anni fa

D’accordissimo con l’articolo. Se esiste ancora qualcuno che antepone l’etica professionale ai “click” vuol dire che c’è ancora speranza a questo mondo. All’epoca delle superiori ho fatto un corso con Gianfranco Cusumano che mi è stato utilissimo, ancora oggi a distanza di anni imparo sempre. Grazie.

Peppe
Peppe
4 anni fa

Mi perdoni direttore se dissento decisamente dal suo articolo. Dovere professionale di un giornalista è che appresa una notizia,qualunque,la pubblica . L’etica si applica nel modo di porgere la notizia rispettando il dolore delle persone dei minori ecc. In questi in cui l’etica è parola desueta sono le persone a fare la differenza siano essi giornalisti avvocati medici imbianchini in coscienza.

peppe
peppe
4 anni fa

perchè siete un giornale

Vaccareddotu
Vaccareddotu
4 anni fa

La pubblicita’ e’ la parte piu’ veritiera del vostro giornale.