Hanno acceso le luci delle insegne e l’interno delle loro strutture. Dalle 21 alle 21.15. Come i locali di tutta Italia. E come le molteplici attività messinesi che ieri hanno aderito alla protesta simbolica “Risorgiamo Italia”.

Così ieri sera, a Milazzo, solo Bukowski – Mestoli & Miscele, Totù e il ristorante Settiti & Mancia hanno illuminato i loro locali tra le saracinesche abbassate delle altre attività del centro cittadino e il silenzio di una città rispettosa delle regole.

Un gesto simbolico per protestare contro la decisione del governo nazionale di continuare a tenere chiusi, bar, ristoranti e pub. Un nuovo prolungamento delle restrizione legate al contenimento del Covid- 19 che mette ancora di più in ginocchio un settore che nella città del Capo riveste un ruolo primario.

«Sappiamo che servirà a ben poco – commentano Raffaele Fazio e Simone Gugliotta, (Bukowski) – ma abbiamo voluto farlo. Un segno per far capire che per noi, come per tutti i nostri colleghi, così non si può andare avanti. Siamo sempre più delusi». I due giovani imprenditori che, da appena un anno gestiscono il locale di via Francesco Crispi, hanno semplicemente messo sui loro canali social il video con le luci delle insegne che si accendono lentamente. Come fosse una piccola ripresa. Durata, però, quindici minuti. Nessuno di loro, infatti, sa ancora con certezza quando e in che modo potrà riaprire.

«Non accendevo le luci da cinquanta giorni – dice Christian Guercio (Totù) – ho deciso di farlo in segno di protesta insieme a diverse attività della nazione. Una protesta che chiede rispetto. Tutto quello che ci è stato tolto. Fino ad oggi siamo rimasti chiusi e in silenzio. Senza nessun supporto». Christian Guercio ha accompagnato con queste parole il suo video pubblicato sulle sue pagine social. Lasciando la telecamera accesa anche dopo il suo brevissimo discorso per riprendere un tavolo apparecchiato immerso nel silenzio della sera.

La protesta nazionale prevedeva oggi anche la consegna simbolica delle chiavi dei locali al sindaco. Cosa che a Milazzo non è stata fatto visto il numero ridotto di locali che hanno aderito alla protesta.

GUARDA I VIDEO:

 

 

 

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salvo
salvo
4 anni fa

Cumpari e cumparelli anche sugli articoli….direttore mettiti na maschera

Anna
Anna
4 anni fa

Non sono d’accordo nel fare spazio pubblico ai ristoranti e bar. È giusto che venga dato lo spazio che si è disposto a pagare… Ci sono molti modi per fare rispettare le regole di sicurezza anche se personalmente non andrò nei ristoranti e nei bar per parecchio tempo, ma sfrutterò il servizio a domicilio…

Davide
Davide
4 anni fa

Siamo tutti dispiaciuti per le vicende che stanno accadendo, mi riferisco ai numerosi morti e contagiati, nonché per le difficoltà di molte attività in crisi. Ma cosa potremmo fare? E’ colpa del Governo? Quest’ultimo dovrebbe provvedere ad aiutare gli esercizi in ginocchio, attraverso sussidi e indennizzi. Aprire tutto e subito? E come fareste? in un pub si accede uno per volta? e per fare cosa?

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Davide

Distanziamo i tavoli a due metri? E quanta superficie utile servirebbe? Installiamo dei separè? Ma vi sembra fattibile in una logica di convivialità… e poi bisognerebbe spruzzare disinfettante ovunque. Al pub si entra uno per volta? Si sta a distanza l’un l’altro, col bicchiere in mano, ma vi sembra possibile? Potete protestare quanto volete, ma sarà difficile trovare una soluzione.

Davide
Davide
4 anni fa
Reply to  Davide

Se pensate di poter riaprire a breve avendo in mente la concezione di una normalità che, al momento, non può sussistere, cioè quella di un ritorno alla “movida”, intesa come manifestazione di libertà, convivialità, spensieratezza, disinvoltura tra la gente… penso che dobbiate cambiare rotta e documentarvi meglio sul significato di ‘epidemia’, che, forse, vi sfugge!