Il giornalista Gianfranco Cusumano con i sindaci Giovanni Formica e Gianni PinoI sindaci di Milazzo e San Filippo: «Se Raffineria e A2A incrementassero investimenti ambientali potremmo superare crisi economica» 27 Aprile 2020 Ambiente 14 Commenti VIDEO. Il futuro del comprensorio di Milazzo sarà legato ancora per lungo tempo alle industrie e, anzi, investimenti importanti per l’adeguamento ambientale degli impianti della Raffineria Eni – Kuwait e A2A potrebbe consentire al territorio di uscire più velocemente dalla crisi economica legata all’emergenza coronavirus. A sostenerlo Giovanni Formica e Gianni Pino rispettivamente sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, ospiti dell’ultima puntata di Oggi Milazzo Live (se ne parla ad 1 ora e 9 minuti dall’inizio della diretta) condotta dal giornalista Gianfranco Cusumano. «Non consentiremo la creazione di ulteriori insediamenti industriale rinnovando una servitù su questo territorio che è stata pagato ad un prezzo alto anche se c’è stato un beneficio importante in alcuni momenti storici – ha esordito il sindaco Formica – ma è anche vero che il nostro territorio non è ancora pronto ad immaginare un futuro senza le industrie. Capisco che l’argomento non è popolare. Possiamo immaginare le cose più mirabolanti ma credere che Milazzo e il suo comprensorio oggi possano vivere soltanto di turismo o di servizi è pura utopia». Anzi da industrie come la Raffineria potrebbe arrivare uno slancio economico. «Nei nostri territori ci sono pochissime strutture economiche capaci di immettere costantemente denaro nel circuito e una di questi per noi è la Raffineria – ha detto Formica – Ovviamente anche la crisi potrebbe suggerire al management e agli azionisti che questo può essere un momento per dare un segnale forte al territorio concentrando gli investimenti in un arco temporale più limitato rispetto ai programmi. Fare questo significa dare una iniezione di liquidità, far ripartire i consumi e cambiare l’atteggiamento psicologico delle comunità». Milazzo senza le industrie diventerebbe come Termini Imerese. «Senza le industrie ci ritroveremmo come il comune palermitano quando fu sospesa l’attività della Fiat. Non furono solo gli operai a soffrire ma l’intero tessuto economico che si nutriva delle presenza delle industrie. E anche vero che dobbiamo dirci che è un modello che ci dobbiamo lasciare alle spalle ma spetta alla politica regionale e nazionale. La dimensione non può essere lasciata alla strategia di un municipio». Sulla stessa linea anche il collega Gianni Pino di San Filippo del Mela. «Pensare di passare dall’oggi domani da un sistema industriale ad un altro non è fattibile a Milazzo ma anche in nessuna parte del mondo – sostiene – Per potere programmare una idea di economia diversa è necessario che si creino i presupposti. Intanto, alleggerendo il carico di inquinamento. Spingere affinché le nostre industrie si ammodernino e lascino l’olio combustile per alimentare i loro impianti. Io ho fatto questo ragionamento con A2A. Abbattere le immissioni di polvere pesanti e C02 porrà favorire l’incremento di agricoltura e allevamento. Apparteniamo all’autorità portuale tra le più ricche d’Italia anche grazie alle tasse che paga la Raffineria. A Milazzo tutto quello che si muove, dalla ricettività alla ristorazione, in buona parte si muove attorno all’indotto delle industrie. Facciamo in modo che nelle more di un complessivo piano di riqualificazione si gettano le base per una proposta alternativa». GUARDA A PARTIRE DA UN’ORA e 9 MINUTI Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 18.100 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT