Il tribunale del riesame ha annullato l’ordinanza custodia cautelare in carcere a carico di due dei numerosi milazzesi arrestati lo scorso 28 febbraio nell’ambito dell’operazione Dinastia che ha portato in carcere. Si tratta di Giuseppe Puliafito, 29 anni e Marco Formica, 31. Il primo è stato accusato da tre pentiti di aver partecipato all’associazione a delinquere per spaccio di stupefacenti, che operava fino al 2014 sulla piazza di Milazzo e successivamente è stato considerato sodale ad un gruppo che comprende anche il padre Sebastiano, ex agente di custodia e gestore, all’epoca dei fatti (2014) della discoteca Epic. L’uomo, difeso dall’avvocato Pinuccio Calabrò, era stato rinchiuso nel carcere di Piazza Armerina.

Il secondo, difeso dall’avvocato Fabrizio Formica, avrebbe fatto parte della rete di spacciatori dell’organizzazione guidata da Sebastiano Puliafito. Addirittura, in un’occasione, rischiò la vita per avere accompagnarlo ad un summit con esponenti del clan catanese Laudani armati fino ai denti e con intensioni poco pacifiche.

Analogo provvedimento è stato disposto dal Tribunale del Riesame di Messina anche nei confronti di Salvatore Chillari, annullando integralmente l’ordinanza che applicava la misura cautelare in carcere. Anche Chillari, difeso dell’avvocato Antonio Spiccia, viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e la cessione di droga di quantità imprecisata. Stessa situazione per Enzo Gullotti, 29 anni difeso dagli avvocati Franco Bertolone e Tommaso Autru Ryolo. Gullotti è il primo genito del più noto Giuseppe “Pippo” Gullotti, ritenuto capo della famiglia dei barcellonesi negli anni ’80.