Gli impianti della Raffineria di Milazzo visti dal mare Blocco della Raffineria a partire dal 2022. Il sindaco di Milazzo alla Regione. A rischio lo stipendio di 2500 famiglie 18 Febbraio 2020 Ambiente 39 Commenti La vera emergenza di Milazzo rischia di diventare quella occupazionale con il blocco delle attività della Raffineria Eni – Kuwait a partire da gennaio 2022. Mentre il mondo politico da mesi è impegnato nelle strategie per le amministrative il sindaco Giovanni Formica ha scritto al presidente della Regione Nello Musumeci chiedendo di valutare l’opportunità di promuovere, sin da subito, un tavolo regionale permanente, del quale facciano parte rappresentanti del territorio a diverso titolo investiti nella vicenda in modo da valutare l’impatto reale del Piano regionale di tutela della Qualità dell’aria che impone limiti impossibili da raggiungere con le attuali tecnologie disponibili. I LIMITI DELLE EMISSIONI. L’entrata in vigore del Piano Regionale della qualità dell’Aria ha portato al Ministero dell’Ambiente ad avviare l’iter di revisione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) della Raffineria. L’azienda, però, l’ha impugnato davanti al giudice amministrativo poiché in più occasione ha lamentato l’impossibilità, sotto il profilo tecnico e tecnologico, di raggiungere livelli di immissioni che il Piano regionale fissa per il 2027, mentre, con riferimento a quelli da traguardare al 1 gennaio 2022, ha comunicato di essere in condizione di realizzare i necessari interventi seppure non nei tempi imposti. E’ logico che l’investimento del 2022 (il 50% del totale) è legato alla certezza di poter proseguire oltre il 2027. UN PIANO DA DIFENDERE. Formica non contesta il Piano ma sottolinea nella nota che l’aspetto ambientale e sanitario è prioritario (la salute prima di tutto) e che la sua amministrazione nel tempo ha preso posizioni forti contro la nascita di nuovi insediamenti (inceneritore) ma anche l’aspetto occupazionale non può essere sottaciuto. In ballo il futuro di 2500 famiglie, in buona parte milazzesi, «che traggono sostentamento dalla presenza della Raffineria e che, tra poco meno di due anni, potrebbero ritrovarsi prive della fonte principale di reddito», scrive. I SINDACATI. La spinosa questione è stata oggetto di approfondimento in seno al tavolo territoriale sullo sviluppo e l’ambiente costituito lo scorso anno, del quale fanno parte i sindaci dei comuni di Milazzo e San Filippo del mela, Cgil, Cisl e Uil e i vertici Ram e, anche in quella sede , è stata ribadita l’assenza di margini di manovra a legislazione vigente. «La questione è particolarmente delicata e va affrontata con serietà ed equilibrio – ha commentato Giovanni Formica – Io credo che l’ipotesi di una interruzione della produzione da parte della raffineria avrebbe pesantissime conseguenze per l’economia del territorio ed aprirebbe una fase di incertezza che si ripercuoterebbe in misura rilevante sulla nostra comunità. Per questo ho chiesto di affrontare subito la discussione, senza attendere la precipitazione degli eventi. Le istituzioni tutte, a cominciare da quelle locali, hanno il dovere di pronunciarsi e di chiarire, senza ambiguità, come intendono governare una fase che si annuncia assai complessa». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 60.473 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT