Erosione delle Spiaggie, il dibattito oggi al Civico 6 con Legambiente 3 Gennaio 2020 Cultura e societa' 1 Commenta Numerosi Comuni, in particolare quelli della fascia costiera, hanno chiesto lo stato di “calamità naturale” a causa dei danni provocati dalla mareggiata dello scorso 23 dicembre 2019. Ma siamo sicuri che si tratta di una “calamità” naturale, oppure siamo davanti al risultatodell’ennesimo azzardo nei confronti del mare? Si parlerà di questo oggi al Civico 6 (via Matteo Nardi), alle 18, con Legambiente dei Nebrodi, del Longano e del Tirreno. Al dibattito prenderanno parte anche i geologi che stanno seguendo il fenomeno La mareggiata è stata violenta ed i danni hanno riguardato passeggiate a mare e strade lungomare realizzate a ridosso e/o al posto delle dune costiere se non addirittura occupando pezzi di spiaggia. «Insomma il mare è lì, come da sempre – scrive in un comunicato Legambiente Nebrodi – è l’uomo che si è avvicinato pericolosamente invadendone lo spazio naturale. Ci pare questo il caso del lungomare di località Spinesante a Barcellona Pozzo di Gotto, il cui litorale è classificato a rischio elevato R4 e pericolosità P3 nel Piano per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) – Carta della pericolosità e del rischio. Ebbene, nonostante questa “allerta”, in questi anni si è consentita la realizzazione di una pista pedonale e ciclabile larga 10 metri e lunga 1.200 metri, spazzando via le dune ed occupando un tratto di spiaggia. Ovviamente, questo non è l’unico caso di urbanizzazione della fascia costiera tirrenica spinta fin sulla battigia: anzi, si può dire che la pratica è assai diffusa e prosegue come se fosse il mare a doversi adeguare alla brama di occuparne gli spazi. Dobbiamo accettare il fatto che l’azione distruttiva delle onde appartiene alla dinamica naturale, e che i suoi effetti non si posso definire “calamità naturale” perché si tratta, invece, di una grave ed irresponsabile sottovalutazione di un rischio evidente e riconosciuto. Sua quasi tutta la costa tirrenica si è i costruita una barriera rigida che impedisce l’espansione delle onde, e quando si determinano queste condizioni, il mare si prende comunque il suo. E’ l’uomo che deve adattarsi a questa realtà, con intelligenza e con rispetto per gli elementi naturali» Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.830 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT