Otto anni e 3 mesi è la pesante condanna decisa dai giudici della prima sezione penale per Emilia Barrile, l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Messina che è l’imputata principale del processo “Terzo livello”.
L’inchiesta si fonda sulla rete di interessi smantellata lo scorso agosto da un’indagine della Dia. A non sfuggire alle dure pene inflitte dal collegio di difesa presieduto da Letteria Silipigni ci sono anche i protagonisti di un filone tutto milazzese che ruota attorno all’imprenditore Vincenzo Pergolizzi.
A Pergolizzi è stata inflitta una pena di 5 anni e 6 mesi e disposto il sequestro di beni e delle imprese Peredil, Costeson ed Ergi per un totale stimato dalla Dia di 30 milioni di euro. Condannati anche il geometra di fiducia, nonché ex amministratore di Peredil, Carmelo Cordaro, 4 anni; il genero di Pergolizzi, Michele Adige, 4 anni; la segretaria storica dell’imprenditore, Vincenza Merlino, 4 anni; la sorella Teresa Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi; le figlie Stefania Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi; Sonia Pergolizzi, 2 anni e 6 mesi.
Dall’inchiesta sarebbe emerso da un lato il tentativo di fare una speculazione edilizia a Messina tra le vie San Sebastiano e Felice Bisazza con la complicità di Barrile, contatta per “agevolare la strada”.
Ma per tale reato il Pergolizzi Vincenzo è stato assolto.
Inoltre i pm hanno sottolineato il tentativo dell’imprenditore Pergolizzi di sottrarre attraverso la complicità dei suoi familiari e persone di fiducia, il suo patrimonio al sequestro antimafia e di evitare il recupero del credito erariale, quasi un milione di euro, da cui le sue società erano gravate. Con una serie di trasformazioni societarie per mezzo dei propri familiari avrebbe inscenato fittizie controversie con dipendenti di fiducia, per svuotare fraudolentemente le società di beni e capitali.
Queste le altre condanne: Marco Ardizzone, 8 anni e 8 mesi; Giovanni Luciano, 2 anni e 3 mesi; Francesco Clemente, un anno e 3 mesi (l’ingegnere, già capo dell’ufficio tecnico del comune di Milazzo ha incassato “assoluzioni di peso” tra i vari capi di imputazione e la sospensione della pena); Carmelo Pullia, un anno e 8 mesi; Antonio Fiorino, 2 anni e 3 mesi; Daniele De Almagro, 2 anni e 6 mesi; Angelo e Giuseppe Pernicone, 2 anni.
Assolto da tutte le accuse l’ex presidente Amam Leonardo Termini.
Secondo i pm c’era un comitato d’affari che sarebbe intervenuto presso uffici comunali o aziende partecipate affinchè alcune istanze avanzate da imprenditori venissero portate a buon fine. Tutto questo per acquisire consenso anche in prospettiva elettorale, soprattutto attraverso poi la «distribuzione» o la promessa di posti di lavoro.
Associazione a delinquere, traffico di influenze illecite, accesso abusivo al sistema informatico ed altro sono le accuse contestate a vario titolo.