Una installazione “plastic free” scambiata per cumuli di rifiuti abbandonati all’interno della cittadella fortificata di Milazzo. Con l’approssimarsi della campagna elettorale gli abbagli sotto il sole di agosto sembrano all’ordine del giorno. E le polemiche che esplodono sui social (e non solo) spesso fanno fare una magra figura ai paladini dell’ordine.

Infatti le balle di plastica depositate all’interno della cittadella non sono altro che una installazione artistica dell’artista Nuuco, realizzata in occasione del Mish Mash Festival e attualmente in mostra.

«Vengono segnalati “cumuli di plastica abbandonati al Castello” – scrive in una nota l’associazione Mosaico, promotrice del Mish Mash Festival –  fa sorridere come talvolta le provocazioni artistiche riescano perfettamente nel proprio scopo. Se nessuno o quasi, della stampa e dell’opinione pubblica, si era prima interessato al nostro impegno in favore dell’ambiente, ecco che qualche maldestro giornalista ci presta il fianco per rendere giustizia a ciò che è vero le balle di plastica in questione sono state progettate dall’artista Nuuco, fanno parte del suo progetto “Unseen”, realizzato appositamente per il Festival, e il cui obiettivo è proprio quello di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il tema della plastica»

L’unica plastica presente nel Castello durante la manifestazione era proprio quella del progetto artistico. Il festival era totalmente plastic free: bicchieri di carta Red Bull per i drink, in materia biodegradabile PLA per le birre, bottigliette completamente compostabili Sant’Anna per l’acqua.

«Le balle di plastica riciclata, posizionate all’interno e all’esterno del Castello di Milazzo – continua l’associazione Mosaico – interferiscono con prepotenza sull’ambiente storico e naturalistico, per disequilibrare l’estetica del luogo e stimolare lo spettatore ad una autocritica sull’utilizzo della plastica; scenari suggestivi che proiettano in un futuro distopico ormai molto vicino».

Il progetto artistico è sponsorizzato dall’ azienda Self srl., specializzata nel recupero e selezione di rifiuti, e grazie al suo supporto è stato possibile trasformare l’idea artistica in realtà. Il filo conduttore di tutte le installazioni artistiche presentate al Mish Mash Festival era legato proprio al tema della plastica, concordato con il biologo Carmelo Isgrò, artefice del progetto Siso, e con l’artista Giuseppe La Spada, in perfetta convergenza d’intenti con quanto proposto dal MuMa, Museo del Mare di Milazzo.

Sarà possibile visitare l’opera all’interno del Complesso Monumentale ancora per tutta la settimana in corso. Dei cartelli spiegano il senso dell’opera. Non è esclusa una proroga per volere dell’assessore alla cultura Salvo Presti che ha già chiesto la disponibilità all’artista. 

 

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Yanez de Gomeira
Yanez de Gomeira
5 anni fa

Raccogliamo tutta la merda dei cani che c’è nei marciapiedi di Milazzo e la mettiamo come simbolo d’arte in Marina Garibaldi – Anche la merda diventerà arte contemporanea!
In questo paese tutto è consentito!

Milazzese
Milazzese
5 anni fa

Invece di parlare di forme d’arte discutibili o no, perché non si parla del fatto che per tutto il mese di agosto una struttura come il carcere femminile, concessa dal comune a un’associazione locale è rimasta completamente chiusa e nessun turista l’ha potuta visitare???

Davide
Davide
5 anni fa

Questo genere di installazioni, che si configura come “creazione artistica”, è spesso espressione di una creatività vista e rivista ovunque. Non facciamo di ogni impacchettamento, di ogni composizione, di ogni “gesto”, un pretesto per dire e fare ‘arte’. E’ facile incorrere nello scadente, nel banale, al mero capriccio di un significante sì forte, come segno, ma dal significato debole e sotteso.

Gianluca
Gianluca
5 anni fa

Queste cose non succedevano quando c’era la compagnia del castello. Ecco perché si deve riorganizzare per fare tabula rasa al castello e ripartire con una democrazia partecipata. Via tutto il resto…

Manu
Manu
5 anni fa
Reply to  Gianluca

Ma di cosa stai parlando, quali sarebbero queste cose che succedono?

Siamo tutti giornalisti
Siamo tutti giornalisti
5 anni fa

Il problema è che ormanon i in tanti si improvvisano giornalisti e pur di arrivare al numero di articolo per accedere all’esame scrivono fesserie inaudite.
L’autore dell’articolo sotto accusa, non e nuovo a simili gaffe!
Ancora ci si ricordadell’artolo basato su di un fotomnbtaggio