Il tribunale di MessinaTerzo Livello, diciassette rinvii a giudizio tra cui l’imprenditore milazzese Pergolizzi 2 Novembre 2018 Cronaca Si terrà il prossimo 16 gennaio la prima udienza del processo per diciassette indagati dell’operazione “Terzo livello” che vede al banco degli imputati anche l’imprenditore mamertino Vincenzo Pergolizzi, suoi congiunti e collaboratori, oltre all’ingegnere Francesco Clemente, ex dirigente comunale a Milazzo durante l’amministrazione del sindaco Lorenzo Italiano e da aprile a giugno di quest’anno assessore a Pace del Mela con l’aministrazione di Pippo Sciotto. Traffico di influenze illecite, accesso abusivo al sistema informatico, turbata libertà degli incanti, induzione indebita a dare o promettere utilità, associazione a delinquere, attribuzione fittizia di beni, sottrazione al pagamento delle imposte le accuse contestate a vario titolo. Sono stati rinviati a giudizio davanti alla Prima sezione del tribunale: Emilia Barrile, ex presidente del consiglio comunale di Messina, l’ex presidente dell’Amam Leonardo Termini, l’ex direttore amministrativo dell’Atm, Daniele De Almagro. Disposto il rinvio a giudizio anche per Stefania Pergolizzi e Sonia Pergolizzi (figlie dell’imprenditore), Michele Adige (cognato di Pergolizzi), Vincenza Merlino e Carmelo Cordaro (entrambi collaboratori di Pergolizzi), Teresa Pergolizzi, Marco Ardizzone, l’imprenditore Antonio Fiorino, Giovanni Luciano, , Angelo Pernicone, Giuseppe Pernicone e Carmelo Pullia. Si sono costituite parti civili l’Amam e tre privati. L’imprenditore Vincezo Pergolizzi, in base a quanto ricostruito dai magistrati della Dda di Messina, tra il 2015 e il 2016 aveva messo gli occhi su un terreno situato a Messina tra le vie Felice Bisazza e San Sebastiano. Appezzamento su cui avrebbe voluto costruire. L’area, di proprietà di privati, era adiacente a due spazi appartenenti al Comune, terreni che Pergolizzi avrebbe voluto acquisire. Per farlo c’era bisogno di spendere 77 mila euro, ma soprattutto ottenerne la «sdemanializzazione». L’iter, avviato oltre cinque anni prima, sembrava, però, essersi arenato o forse addirittura mai partito. È qui che sarebbe entrata in gioco l’ex presidente del consiglio Emilia Barrile, protagonista principale dell’inchiesta per il tramite Francesco Clemente. La seconda ipotesi di reato è legata ad attività svolte da Pergolizzi per eludere il fisco trasferendo beni alle figlie e a presunti prestanome. Il gup Monia De Francesco ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Fabrizio Monaco che ha coordinato le indagini svolte dalla Dia. Ha chiesto la messa alla prova l’imprenditore Sergio Bommarito, il gup ha preso atto della richiesta inviando all’Uepe, l’ufficio esecuzione penale esterna che dovrà fare un programma che poi sarà valutato dal giudice. Infine ha chiesto il rito abbreviato Angela Costa: la sua posizione sarà trattata a gennaio prossimo. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.045 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT