La replica di Pino Foti (Filctem Cgil): «Le prescrizioni alla Ram avrebbero messo l’azienda fuori mercato» 22 Ottobre 2018 Cronaca 9 Commenti Pino Foti Il sindacalista Pino Foti, segretario generale Filctem Cgil Messina, ritorna sulla polemica scatenata dopo le sue parole con cui metteva in dubbio gli investimenti della Raffineria di Milazzo per il futuro e lamentava la bocciatura dell’impianto di termovalorizzatore A2A di San Filippo del Mela. Intervento smentito venerdì scorso dal capo del Personale Luca Franceschini durante il congressso provinciale della Cgil Messina e oggetto di accusa da parte di un comitato ambientalista della Valle del Mela che da sempre si batte contro la realizzazione di un inceneritore (LEGGI QUI). Ecco il testo integrale della nota inviata ad Oggi Milazzo da Pino Foti in risposta all’articolo dal titolo Raffineria di Milazzo, nel prossimo quadriennio 500 milioni di euro di investimenti: Nessuna confusione con la “grande fermata del 2015”, gli investimenti annunciati nel quinquennio (425 mln) sono andati sensibilmente riducendosi negli ultimi anni, ed a conti fatti sono mancati almeno 100 mln. Chiedetelo alle aziende e soprattutto ai lavoratori che sono rimasti fuori dai cancelli in questi anni. E’ stato un capriccio di Franceschini? Certo che no. Il settore – al contrario di chi pensa che l’occupazione sia una cosa scontata, su cui si possa anche filosofeggiare – risente istantaneamente delle variazioni di mercato. E cambiamenti in quel mercato non si può dire che non ce ne siano stati, così come pure le polemiche e gli ostacoli creati per ritardare o addirittura non far spendere i soldi che per salute, sicurezza ed ambiente gli azionisti di Ram avevano messo in bilancio. Quel mercato è interessato da mutamenti importanti che, lo si voglia o meno, peseranno su impianti e occupazione negli anni a venire, decedendo pertanto il benessere o la povertà del territorio. Se adesso Ram annuncia 500 milioni di investimento non possiamo quindi che essere soddisfatti, ma i dubbi che abbiamo già espresso permangono purtroppo motivatamente e tutti. Certo il giudizio sull’apparato industriale di Milazzo poggia sproporzionatamente su RAM, ma fuori da quel perimetro, oltre ai centri commerciali, è rimasto ben poco. Ed i termovalorizzatori daranno pure una occupazione inferiore ad una centrale termoelettrica, ma un altro progetto, che ha ottenuto il rilascio di tutte le autorizzazioni dagli organi di controllo soprattutto ambientale, ed un’altra azienda pronta ad investire non c’è. Ed il paragone tra cosa occupa di più o di meno mi appare surreale. Senza aggiungere che quel progetto, e nient’altro dunque, era il volano su cui poggiano tutti gli altri progetti di smaltimento e riciclo, su cui l’ambientalismo da salotto si è sbizzarrito anche ad esprimere giudizi, quasi che fossero loro alla fine a decidere quanto investire, dove, ed addirittura cosa produrre. Le aziende invece, e non da adesso, decidono solo sulla base di convenienze e profitti. E le prescrizioni di RAM non portano lavoro, ma mettono l’impianto fuori mercato. Esse non sono state affatto “mandate a monte”, e come tutti sanno entreranno o meno in vigore sulla base dei risultati degli studi che saranno effettuati. Se i fiumi di parole riversate in questi anni, da quel salotto, avessero portato i governi nazionali e regionali a mettere finalmente i soldi per effettuare studi sanitari aggiornati, ovvero uno tossicologico e uno epidemiologico sullo stato di salute dei residenti, nonché per installare una rete di centraline da affidare all’Arpa avremmo già avuto prima i risultati, e soprattutto non avremmo avuto bisogno di chiedere che li pagasse RAM. Pino Foti – Segretario Generale Filctem Cgil Messina Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 5.324 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT