Da sinistra Antonio Giardina, Peppe Marano e Giuseppe ImbrugliaMIlazzo, Cad Sociale promuove azione popolare contro la Raffineria per disastro ambientale 29 Settembre 2018 Ambiente 30 Commenti Un’azione popolare nel processo contro la Raffineria di Milazzo accusata di danno ambientale. E’ quello che promuove il Cad Sociale di Milazzo guidato da Peppe Marano il quale promuove una costituzione di parte civile di massa contro l’azienda petrolifera nel caso – attraverso i suoi vertici – venisse rinviata a giudizio. Stamattina nella sala a vetri del Paladiana Marano, insieme agli avvocati Antonio Giardina e Giuseppe Imbruglia, hanno fatto un punto sul processo penale per “disastro colposo” che rischiava di subire una battuta d’arresto se i vari comitati ambientalisti non avessero presentato opposizione alle richieste di archiviazione. Il prossimo mese si terranno, infatti, due udienze in cui il giudice per le indagini prelimiari (Gip) del Tribunale di Barcellona deciderà l’eventuale rinvio a giudizio degli ultimi tre direttori della Ram che si sono susseguiti con udienze fissate il 12 e 24 ottobre. «Abbiamo spiegato inoltre le prossime iniziative giudiziarie alla luce delle nuove richieste di rinvio a giudizio per nove tra dirigenti e funzionari per “Disastro Ambientale Doloso” legate alla gestione del’incendio al serbatoio Tk253 del settembre 2014, senza dimenticare la prossima denuncia per i fatti del 15 settembre scorso quando gli impianti sono andati in blocco dando vita a pesanti emissioni», ha sottolineato Marano. Secondo gli avvocati Giardina e Imbruglia sarebbero diverse decine le costituzioni di parte civile già confermate da parte di altrettanti cittadini del comprensorio di Milazzo i quali chiederanno i danni morali e alla salute. «Auspichiamo che adesso la strada tracciata dalla magistratura sia in discesa – conclude marano – il nostro obiettivo primario è ottenere il diritto alla salute dei cittadini e dei nostri associati. Siamo pronti a presentare altre denunzie querele per le continue emissioni di gas che ci costringono costantemente a chiuderci dentro casa». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.598 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT