La gara ciclistica in notturna di Santo Stefano Protomartire (FOTO ARCHIVIO OGGI MILAZZO)La gara ciclistica notturna e l’isola pedonale mattutina? Sono una boiata pazzesca 3 Settembre 2018 Il Commento 17 Commenti LA POLEMICA. E’ facile cadere nel tranello: se non si fa nulla ci si lamenta che Milazzo è un mortorio e non c’è niente da fare; se si organizzano eventi, invece, ci si lamenta perché la città è paralizzata e c’è caos. Il dibattito sulla viabilità e i disagi creati dalle iniziative collaterali alla festa del patrono, Santo Stefano Protomartire, continua a tenere banco. Ancora non è stato deciso se fosse più inutile e insensata la gara ciclistica in notturna del venerdì sera organizzata dalla Libertas (la stessa della disastrosa edizione dell’anno scorso svoltasi nelle strade al buio) o l’isola pedonale permanente in Marina Garibaldi. Che ha trasformato in una strada fantasma anche la via Cumbo Borgia divenuta inaccessibile per la “felicità” di residenti, garage, attività commerciali e di tutti coloro che sono rimasti bloccati nelle strade adiacenti. Quella della viabilità è una ferita aperta. Non solo una carenza di vigili urbani che impedisce una presenza costante sul territorio ma una sequela di scelte tecnico-politiche a dir poco discutibili che rendono ancora più antipatica l’amministrazione Formica: dalla pista ciclabile lunga 300 metri in Marina, emblema di questo esecutivo, al vigile messo all’angolo di una via minore quasi con l’unico obiettivo di impedire ad un fruttivendolo di sostare. Ritornando alla gara ciclistica e all’isola pedonale mattutina, di entrambe si sconosce la ratio. Di certo a Palazzo dell’Aquila (e uffici decentrati) si prendono decisioni senza tenere conto dei gusti e – perché no? – delle esigenze dei cittadini e si continua a volere educare i milazzesi ormai nelle vesti di bimbi discoli, per cui è stato deciso che devono godere dell’isola pedonale di venerdì mattina, alle 12 con la colonnina di mercurio ferma a 33 gradi. E che devono imparare ad apprezzare la bicicletta godendosi una inebriante gara ciclistica tra sconosciuti, pratica che forse già annoiava i nostri nonni una trentina di anni fa. Se poi le decine di corridori che hanno preso parte alla gara ciclistica, tra ritardi organizzativi e qualche protesta, giravano tra l’indifferenza generale mentre attorno la viabilità era al collasso e sul palco di fronte la chiesa di San Giacomo c’era uno spettacolo di danza con gli spettatori costretti a scansarsi ad ogni passaggio, a chi frega? Peggio per loro che hanno deciso di seguire i propri figli impegnati sul palco o rientrare a casa dopo il lavoro o dal mare con l’auto. Si potevano spostare con la metropolitana, l’efficiente servizio di bus cittadino o la funivia (naturalmente se ci fossero stati). Intanto per chi si trovava al di la della via Cristoforo Colombo l’unico modo per avere un contatto con il resto della città era salire a Capo Milazzo e ritornare indietro dal borgo (forse sei, sette chilometri). Per chi veniva dal Porto, si poteva comodamente incolonnare per ore nelle vie parallele. Ed ecco ravvivare il solito dibattito tra chi si lamenta ad ogni piè sospinto e chi vuole una Milazzo vivace ricca di eventi nonostante i disagi. Io, da qualunquista, scelgo la via di mezzo. Sono disposto a subire disagi a fronte ad eventi che portano migliaia di persone in piazza e che sono apprezzati dai cittadini, di bloccare Milazzo per far girare una cinquantina di ciclisti della domenica francamente non ne sento il bisogno. Lasciatemelo dire: “La gara ciclistica e l’isola pedonale mattutina sono una boiata pazzesca”. Gianfranco Cusumano Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.838 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT