Mario La Malfa

I comuni della Valle del Mela fanno quadrato contro il decreto di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo. Le giunte municipali di San Pier Niceto, Condrò, Monforte San Giorgio, Merì, Gualtieri Sicaminò e Santa Lucia del Mela hanno seguito l’esempio di Pace del Mela deliberando la presentazione di un ricorso congiunto al Tribunale amministrativo regionale.

«L’amministrazione comune di Pace del Mela – sottolinea il sindaco Mario La Malfa – vuole approntare una linea dura per la difesa dell’ambiente della salute pubblica sul proprio territorio che è incluso nell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale. Su questo non faremo sconti»

Ma quali le motivazioni del ricorso al Tar affidato all’avvocato Antonio Sottile? A chiarirlo l’ambientalista Peppe Maimone nella qualità di esperto alle politiche ambientali di San Pier Niceto. «I comuni avevano inviato osservazioni al Ministero dell’ambiente con dati sanitari e ambientali chiari e certi indicando tecnicamente le azioni da intraprendere a tutela dell’ambiente e della salute pubblica – dichiara Maimone, – osservazioni che sono state disattese nell’ultima conferenza dei servizi in cui ci hanno negato di partecipare». A quanto pare, poi, sia San Filippo del Mela che la Città metropolitana hanno contestato il verbale finale che non avrebbe rispecchiato le decisioni finali.

Luigi Calderone

Sulla stessa linea il sindaco di San Pier Niceto. «Abbiamo deciso di intraprendere una politica volta alla tutela del territorio e per difendere i nostri cittadini – afferma il sindaco Luigi Calderone – anche per questo motivo insieme ad altre amministrazioni comunali abbiamo accettato l’invito del comune di Pace del Mela per intraprendere un’azione legale congiunta». Insieme alle altre amministrazioni del comprensorio verranno intraprese ulteriori iniziative di carattere politico ed istituzionale «nell’esclusivo interesse della collettività».

Alle conferenze dei servizi dell’Aia sono stati invitati solo i rappresentanti dei comuni di Milazzo, San Filippo del Mela e della Città Metropolitana di Messina. Prima questi enti avevano chiesto il dimezzamento delle emissioni facendo leva su studi scientifici pubblicati da enti pubblici ma poi hanno fatto un passo indietro in quanto la raffineria da un lato aveva detto che si trattava di documentazione datata e poi che per rispettare gli eventuali nuovi limiti avrebbe dovuto spegnere alcuni impianti (con la relativa ricaduta dal punto di vista occupazione). L’accordo definitivo, invece, prevede l’impegno da parte dell’azienda petrolifera a finanziare due studi sanitari, uno tossicologico e uno epidemiologico, sullo stato di salute dei residenti. Nonché una rete di centraline da affidare all’Arpa e di utilizzare nella propria attività le migliori tecnologie per abbattere al massimo le emissioni in atmosfera. Sulla scorta degli studi che dureranno almeno due anni si interverrà sui limiti di emissioni inquinanti.