Don Nunzio Triglia, nuovo parroco di San Filippo del Mela e CattafiDon Nunzio Triglia, ecco i progetti del nuovo parroco di San Filippo del Mela e Cattafi 22 Maggio 2018 Al Microfono ISTITUTO COMPRENSIVO SAN FILIPPO DEL MELA. Si chiama don Nunzio Triglia ed è il nuovo parroco di San Filippo del Mela e Cattafi. Ci ha accolte con un grande sorriso e ha risposto a tutte le nostre domande con gentilezza e disponibilità. Padre si è sentito ben accolto dalle comunità di San Filippo e Cattafi? Si, sono stato ben accolto dalle due comunità e dai frati minori francescani conventuali di Sicilia che, per cinquant’anni, le hanno guidate, servendole con tanto zelo per l’edificazione del regno di Dio; come sono stato benvoluto dai parrocchiani di Mili San Marco, Mili Marina e le altre comunità dove sono stato parroco e che, numerosi, hanno voluto accompagnarmi ed essere presenti alla messa d’insediamento nella Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a San Filippo del Mela, presieduta da monsignor Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina, Lipari e San Filippo del Mela. Ci può, brevemente, raccontare come è nata la sua vocazione sacerdotale? C’è qualche episodio particolare che ha contribuito in questa sua scelta di vita? La mia vocazione risale a quando ero bambino, frequentavo allora assiduamente la parrocchia ed ero molto legato al parroco che, per me, era un modello da seguire. Dopo la scuola media, il mio desiderio era di entrare in seminario, ma i miei genitori sono stati, inizialmente, contrari; mi ritenevano ancora troppo giovane per una scelta così importante ed impegnativa. Fu nel 1994 che, dopo un incontro con i padri passionisti, che si trovavano in missione dalle mie parti, decisi di entrare in seminario e, dopo anni di preghiera e di studio, il 17 novembre del 1990, con mia grande gioia, fui ordinato sacerdote nella cattedrale di Messina. Ci parli dei suoi progetti per la nostra comunità Nel recente documento dei Vescovi ” Lievito di Fraternità” vengono ribadite le caratteristiche del prete. Egli deve essere costruttore di comunità, strumento della tenerezza di Dio, non un burocrate o un funzionario, ma servitore della Parola e dispensatore generoso di sacramenti. Come sacerdote di questa comunità la mia priorità sarà quella di lavorare insieme alla comunità cristiana, nella vigna del Signore, con grande impegno e responsabilità, nel rispetto e valorizzazione dei doni e dei compiti di ciascuno, superando ogni visione ritualistica e individualistica nel modo di vivere la religiosità. Quali consigli si sente di dare a noi giovani, in un momento così difficile per la nostra società? Il mio consiglio è quello di guardare avanti con fiducia, di studiare e di impegnarvi, responsabilmente, in sane attività, per costruire una società più “pulita”; e soprattutto di difendere la vostra libertà, che non significa fare tutto ciò che si vuole, perché come affermava Martin Luther King: ” La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”, ma essere se stessi , e non piegarsi mai a nessun condizionamento. E ad un giovane che vorrebbe intraprendere il suo stesso cammino? La scelta del sacerdozio è una decisione importante. La vocazione religiosa richiede il desiderio di lavorare, a tempo pieno, con Gesù nella sua vigna, per la salvezza delle anime. In un cammino di discernimento vocazionale il primo passo che consiglio ad un giovane è di capire fino a che punto è disposto a mettere Dio al centro della sua esistenza, per poter distinguere la vera vocazione da una suggestione passeggera. Quando il Vescovo mi ha dato l’incarico come Animatore del Seminario minore, ho seguito un gruppo di giovani e per me l’aspetto prioritario è stato quello di farli arrivare ad una maturazione cosciente di sè in rapporto a Dio e ai fratelli. Don Bosco diceva: «Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore e che Dio solo ne è padrone; e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Lui non ce ne insegna l’arte e non ci dà in mano le chiavi”. Don Nunzio ci ha anche letto una bella poesia tratta da un manoscritto medievale trovato a Salisburgo, nella quale si parla del prete come portatore di innumerevoli doni, un servitore per i timidi e i deboli, che non si abbassa davanti ai potenti ma si curva davanti ai poveri, discepolo del vero Signore, capo del suo gregge. GIORGIA IRRERA, GIADA PREVITI IB Media E. Fermi Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 9.683 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT