Il Ministero dell’ambiente ha rilasciato il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata ambientale alla raffineria di Milazzo. Si tratta della cosiddetta Aia, documento indispensabile affichè gli impianti possano esercitare. Firma che giunge dopo un lungo iter con relative polemiche. A cominciare del passo indistro degli amministratori di Milazzo e San Filippo del Mela che prima avevano invocato lo stato di emergenza sanitaria (prescrizioni che avrebbero portato a dimezzare le emissioni ma anche alla probabile chiusura di parte degli impianti, secondo quanto comunicato in sede ministeriale durante la conferenza dei servizi) e poi firmato un protocollo con l’industria che prevede nuovi studi ambientali visto che quelli esistenti sono stati definiti datati.

Ancora non si conoscono i contenuti dell’Aia che, comunque, prevede l’utilizzo della Bat (le migliori tecnologie sul mercato mondiale per l’abbattimento degli inquinanti) ma i comitati che da anni si battono per la tutela del territorio hanno le idee chiare. E preannunciano ricorso. «E’ l’ultimo regalo del Ministro dell’Ambiente Galletti alla valle del Mela – sostengono in ua nota congiunta l’Adasc e il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela – Prima di andarsene non ha potuto rilasciare l’autorizzazione al mega-inceneritore di A2A,  ma proprio negli ultimi giorni del suo mandato ha firmato il decreto di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo». 

Nella nota si ritiene che «si tratta infatti di un provvedimento che non tiene conto minimamente delle prescrizioni espresse dai Sindaci a tutela della salute pubblica e che prevedevano una significativa riduzione delle emissioni, nonchè l’introduzione di limiti per le emissioni odorigene, i quali avrebbe posto fine agli insopportabili fenomeni delle “puzze velenose” che troppo spesso invadono la valle del Mela. Di tutto questo nel decreto di autorizzazione non v’è traccia».

«Tutto questo non è accettabile, anche perchè il decreto contiene inoltre altri palesi vizi di illegittimità, – continua la nota – che nel corso della procedura sono stati da noi più volte segnalati (l’ultima diffida a tal riguardo l’abbiamo inviata pochi giorni fa) e che consistono in primo luogo nella violazione delle garanzie partecipative previste dal codice dell’ambiente. In altre parole il Ministero avrebbe dovuto rendere consultabile tutta la documentazione del gestore al fine di consentire al pubblico di produrre osservazioni di cui tener conto nel provvedimento finale. Invece a tutt’oggi non tutta la documentazione del gestore risulta essere consultabile al pubblico».

Gli ambientalisti citano «il consolidato orientamento della giustizia amministrativa secondo la quale è senz’altro da ritenersi illegittima e meritevole di annullamento l’autorizzazione integrata ambientale inficiata dalla violazione sostanziale di tali garanzie partecipative».

«Ci appelleremo al prossimo Ministro dell’Ambiente, chiedendo l’annullamento in autotutela di questo scandaloso decreto. In caso contrario passeremo alle vie legali, auspicando che anche i comuni della valle del Mela vogliano fare altrettanto» assicurano.

 

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Paolo
Paolo
6 anni fa

Perché non pensare ad una riconversione per il biometano da autotrazione?
http://www.lautomobile.aci.it/articoli/2018/03/08/biometano-energia-dai-rifiuti.html

Simone
Simone
6 anni fa

Poi se qualcuno ci tiene a chiudere l’UNICA vera industria di questo territorio lo dica chiaramente e affronti il problema in maniera seria tenendo conto di tutto quello che questo comporterebbe proponendo magari alternative serie e non il nulla o il vuoto spinto.

Simone
Simone
6 anni fa

Capisco i cittadini che sono preoccupati, capisco molto meno le istituzioni, in particolare la senatrice 5 stelle Barbara Floridia, che fanno speculazione feroce e disinformazione nei confronti dei cittadini. Ci si informi con i sindaci e con coloro che hanno vissuto in prima persona questo accordo, sottolineo, molto sofferto e molto travagliato altro che non tenere conto delle preoccupazioni.

Simone
Simone
6 anni fa

Illegittimità di che? Arrivare a questa Aia è stato un percorso molto combattuto. NON E’VERO che non si è tenuto conto di quanto detto dai sindaci sulle loro prescrizioni, è stato un susseguirsi di riunioni prima di arrivare all’accordo e non dimentichiamo che già le prescrizioni aia tengono conto delle migliori tecnologie (BAT)che i limiti mediamente venivano già abbattuti del 30%.

peppe
peppe
6 anni fa

Questione di ore oramai..il prossimo ministro dell’ambiente giallo verde di sicuro,visto l’illegittimità dell’atto,lo annullera’.