Benito Andronico

La Corte d’Appello di Messina ha confermato la sentenza di primo grado emessa del Tribunale di Barcellona, che condannava il milazzese Benito Andronico, di 78 anni, accusato, insieme al figlio Alessandro, di 47 anni, per per aver richiesto ingenti somme di danaro e beni mobili a un imprenditore mamertino,  sottoposto a procedure fallimentare. Il collegio penale aveva riqualificato il reato di concussione, originariamente contestato, in quello di induzione indebita, disponendo una condanna a 5 anni per Benito Andronico ed a 2 anni, con pena sospesa, per il figlio Alessandro, a fronte di richieste ben più pensanti formulate dal pubblico ministero, rispettivamente di 8 e 7 anni per i due imputati.
Il prof. Benito Andronico, docente di ragioneria negli Istituti commerciali di Barcellona e Milazzo, era stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione denominata “Nicandro”, mentre per il figlio Alessandro e la figlia Lorendana le richieste di arresto, pure avanzate, erano state rigettate. L’indagine fece scalpore perchè l’arrestato era stato fino al 2008 consulente dell’Ufficio di Procura del Tribunale di Barcellona P.G., avendo, altresì, ricoperto numerosi incarichi come curatore fallimentare. Benito ed Alessandro Andronico erano stati rinviati a giudizio a seguito delle dichiarazioni della presunta vittima della concussione, l’imprenditore Gianluca Sgrò sottoposto a fallimento. Per la figlia Loredana, invece, era stata disposta l’archiviazione su richiesta degli stessi inquirenti. Secondo l’accusa, il prof. Benito Andronico, difeso dall’avvocato Tommaso Calderone, quale consulente tecnico contabile del fallimento della ditta Electronic’s Center, di Sgrò, che nel processo in primo grado, unitamente alla moglie, si era è costituito parte civile, aveva indotto il commerciante, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, ad elargire in suo favore ingenti somme di denaro ed a fornirgli gratuitamente beni mobili, minacciandolo, altresì, di estendere il fallimento alla sua famiglia. Il Prof. Andronico avrebbe, inoltre, imposto al commerciante il conferimento dell’incarico di avvocato difensore al figlio Alessandro, affinchè si occupasse, attraverso un prestanome, della difesa nella procedura di opposizione al fallimento, nonchè la nomina della figlia Loredana quale contabile dell’attività della moglie dello Sgrò. Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Barcellona P.G. ed eseguite dalla Guardia di Finanza, Andronico avrebbe incassato oltre 50 mila euro tra beni mobili e denaro.  La parte civile era rappresentata in giudizio dell’avvocato Roberto Picciolo.