Giovedì 11 maggio, alle 16.30 nell’aula magna dell’Istituto Impallomeni verrà presentato il libro di Lorenzo Baldo “La mafia ordina: Suicidate Attilio Manca” (edizione Imprimatur). Insieme all’autore interverranno Francesco Massara, magistrato, Fabio Repici, avvocato, Riccardo Orioles, giornalista, Angela Manca, mamma di Attilio, Caterina Nicosia, preside dell’Istituto “G.B.Impallomeni e Attilio Andriolo, presidente dell’Associazione culturale Teseo. Associazione che insieme alla dirigente della scuola di via Capitano Spoto ha organizzato l’incontro.

Nel libro viene tracciata la vicenda che riguarda il medico barcellonese. E’ il 12 febbraio 2004. A Viterbo, in un appartamento di via Monteverdi viene ritrovato il cadavere di Attilio Manca. Il corpo del giovane urologo di Barcellona, che operava all’ospedale di Viterbo, è riverso trasversalmente  sul piumone  del letto, seminudo. A causarne la morte, come accertato dall’autopsia, l’effetto combinato di tre sostanze: alcolici, eroina e diazepam. Sul suo braccio sinistro i segni di due iniezioni. Per la procura di Vierbo non c’è dubbio: si è trattato di un suicidio. Ma Attilio Manca è un mancino puro. Non ha alcun motivo per suicidarsi. E, soprattutto, dietro a questa misteriosa vicenda si intravede l’ombra di Cosa Nostra. Il giovane urologo, specializzato nella tecnica laparoscopica, potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata, al quale nel 2003 era stato sottoposto Bernardo Provenzano in una clinica di Marsiglia o potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento. Sullo sfondo gli apparati deviati di uno Stato, che non ha alcun interesse a fare luce su questa strana morte .

A quattordici anni di distanza la famiglia Manca e i loro avvocati Fabio Repici e Antonio Ingroia sulla base delle rivelazioni di boss come Giuseppe Setola e Carmelo D’Amico e sulla spinta di una sottoscrizione online, che ha raccolto ben trentamila firme in una settimana, chiedono un processo per conoscere la verità sulla morte di Attilio Manca.