Sottile e la dirigente Rigoli

ISTITUTO COMPRENSIVO PRIMO. Ci saremmo aspettati un atleta diverso, invece ci ha colpiti per la sua semplicità, da vero sportivo che si è fatto da solo, grazie all’impegno e al sacrificio. Il pallavolista mamertino Daniele Sottile, classe ‘79, ha conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio ed ha frequentato la scuola media Garibaldi, un motivo in più per intervistarlo. Su di lui sappiamo tutto o quasi, capitano della Top Volley Latina, è considerato tra i più bravi palleggiatori italiani, ha debuttato in A1 con la casacca della sua casa adottiva del VBC Cuneo. Con la maglia del Torino, nel 2000-2001, ha vinto la Coppa Italia di categoria ed il 2 maggio del 2001 a Saint-Étienne, in una partita contro la Francia, ha fatto il suo esordio con la nazionale azzurra.  Dalla stagione 2010-11 veste la casacca della Latina e resta per  cinque annate; nel 2015 con la nazionale vince la medaglia d’argento alla Coppa del Mondo e quella di bronzo al campionato europeo. Si trasferisce al Power Volley Milano nella stagione 2015-16, sempre in Serie A1, per far poi ritorno poco dopo nuovamente al club pontino; con la nazionale conquista la medaglia d’argento ai Giochi della XXXI Olimpiade. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per la rubrica Al microfono, del giornale Oggimilazzoinclasse.

Come ti sei sentito quando giovanissimo hai dovuto dire addio a Milazzo?

All’età di 16 anni sono dovuto andare via da Milazzo per andare a Cuneo. All’inizio ho avuto mille difficoltà e tanti ripensamenti (mi mancavano il mare, il clima, la famiglia…) poi visti i risultati ho cominciato a capire di aver fatto la scelta giusta e tutto è stato più semplice.

Che sensazioni si provano quando si riceve la medaglia d’argento alle Olimpiadi?

Ricevere la medaglia d’argento alle Olimpiadi è stata un’emozione unica! Ovviamente c’era il rammarico di non poter indossare la medaglia d’oro, che è il sogno di qualsiasi atleta… comunque la felicità è stata immensa!! Ricordo ancora l’emozione del pre gara e l’ingresso in campo al Maracanazinho con le lacrime agli occhi… esperienza unica!

Come mai non hai seguito “ la massa” di giovani che amano il calcio e ti sei dedicato alla pallavolo, sport meno praticato?

In effetti anche io avevo iniziato a giocare a calcio da ragazzino, poi vedendo sempre gli allenamenti di pallavolo di mio fratello Angelo mi sono avvicinato anche io a questo sport che poi non ho più mollato, ed eccomi qui.

Tanti sognano sui banchi di scuola di diventare campioni, ti saresti mai immaginato di essere tu un campione?

Sinceramente no… era un sogno che quando sono riuscito a realizzare mi ha reso davvero felice.

Quando sei partito da Milazzo per trasferirti in Piemonte, nel Cuneo ti è mancata la famiglia?

Certo non è stato facile lasciare la Sicilia… mi mancavano i miei genitori, i miei amici, le mie abitudini e per me tornare a casa dalla mia famiglia è sempre una grande emozione, e non attendo altro che riabbracciarli.

Siamo stati alunni della scuola primaria Giuseppe Piaggia e sappiamo che la brava maestra Maria è tua madre. Sei stato contento degli insegnamenti che ti ha dato? Se sei quel che sei diventato lo devi anche a lei?

Mia mamma è sempre stato un punto di riferimento per me… la serietà che metteva nel lavoro la trasferiva anche a casa e a me e a mio fratello ha trasmesso valori importanti che cercherò di trasmettere ai miei figli.

Puoi ritenerti soddisfatto visto che il tuo palmarès conta una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e due Coppe Italiane di Serie A2, oltre ad un freschissimo argento olimpico, un bronzo agli Europei, un secondo posto al Mondiale di Tokyo ed un altro argento a Katowice nella World League, ma come dice De Filippo: gli esami non finiscono mai. Cosa vuoi di più

Ovviamente vorrei arricchirlo ancora di più!! Sono soddisfatto del percorso che ho fatto, ma la voglia di ottenere ancora grandi risultati non la abbandono mai, non bisogna mai considerarsi arrivati!

Hai già pensato al tuo futuro, non potrai certo giocare per tutta la vita?

Diciamo che me lo chiedono spesso da qualche anno, ma per fortuna ancora sono in campo a giocare… quindi vedremo!

Gabriele Spoto, Samuele Costarella, IIIC