Conoscere i provvedimenti disciplinari e quelli revocati degli ultimi cinque anni al Comune di Milazzo? Non si può. Almeno per l’associazione Associazione Antimafie Rita Atria nonostante svolga da tempo anche un ruolo di osservatorio sociale su territorio. In diverse occasioni – come nella vicina Barcellona – grazie a questa pratica ha favorito un’indagine della Procura della Repubblica sfociata poi in un processo, attualmente pendente, nel quale l’Associazione fondata dalla milazzese Nadia Furnari è stata ammessa come parte civile.

Su questi presupposti ad ottobre è stata presentata all’amministrazione milazzese un’istanza di accesso agli atti. «Dopo un mese, e solo su nostro sollecito, ci veniva risposto che l’istanza non poteva “essere accolta, in quanto le finalità statutarie di codesta associazione non configurano, di per sé, un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata agli atti di cui si chiede l’accesso”», spiega l’associazione.

Nella nota di replica, inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica, è stato fatto presente che: «lo Statuto dell’Associazione Antimafie Rita Atria prevede la promozione di  «una cultura della responsabilità contro coloro che abusano e violano i doveri della funzione pubblica affidatagli e promuovere l’elaborazione di strategie di lotta non violenta contro la corruzione, la violazione dei principi costituzionali e gli abusi di potere».

Secondo la nota dell’associaizone Rita Atria l’amministrazione milazzese ha ritenuto di non dover accogliere l’istanza di accesso agli atti. «Circostanza della quale prendiamo atto, traendone le relative valutazioni politiche – si legge nella nota del sodalizio –  perché abbiamo anche il vizio della memoria, e ricordiamo come in campagna elettorale l‘allora candidato del Partito democratico, e oggi sindaco, Formica tra i suoi slogan rilanciava anche quello del “Rispettare le regole”, ulteriormente specificato con le parole: “accesso agli atti, streaming del consiglio comunale e commissione di controllo contro le infiltrazioni malavitose” aperta alle associazioni. Da quanto ci risulta, nessun atto sembra sia stato posto in essere dall’attuale amministrazione milazzese per ottemperare a quella promessa. E la risposta alla nostra istanza sembrerebbe confermare che si trattava solo di promesse elettorali».

Infine, un monito: «Se si vuol fare vera antimafia nelle amministrazioni, piuttosto che intitolare aule ai caduti nella lotta alla mafia, sarebbe opportuno iniziare a mostrare più trasparenza».

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Davide
Davide
7 anni fa

Il sindaco non rispetta quanto detto in campagna elettorale!E dove sta la novità? A Milazzo siamo abituati.Anche questo si farà i suoi cinque anni per poi essere mandato a casa a furor di popolo essendosi rivelato una delusione totale.

domenico giorgianni
domenico giorgianni
7 anni fa
Reply to  Davide

hai ragione accade così da Cartesio ad oggi, nessun sindaco è stato eletto due volte consecutivamente, sarà perché sono stati saranno solo dei pupi ????