AGGIORNAMENTO. Avevano monopolizzato il mercato degli stupefacenti su gran parte del litorale tirrenico messinese, tra Barcellona e Milazzo. I Carabinieri del comando Provinciale di Messina stanno eseguendo, tra Messina e Siracusa, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della D.D.A. peloritana, nei confronti di 21 componenti di un organizzazione di narcotrafficanti, che aveva monopolizzato il mercato degli stupefacenti su gran parte del litorale tirrenico messinese, tra Barcellona e Milazzo. Quindici di loro sarebbero finiti in carcere, 5 ai domiciliari Secondo indiscrezioni c’è anche un consigliere comunale di Terme Vigliatore .

Hashish e marijuana, prodotte sulle montagne dei Nebrodi, sotto il controllo delle famiglie mafiose di Tortorici, veniva spacciata su tutta la costa tirrenica soprattutto nei locali e nelle principali “piazze di spaccio” controllate dalla banda, che aveva base proprio a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.

Sarebbero dieci gli arresti eseguiti, in particolare, dai carabinieri del Nucleo Radiomobile e della Compagnia dei Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto. I nomi saranno diffusi nel corso della conferenza stampa fissato alle 10.30 al comando provinciale di Messina.

Le accuse sarebbero molteplici. Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti,porto e detenzione di armi da fuoco e spendita di banconote false i reati contestati agli indagati.
A capo del clan ci sarebbe Carmelo Galati Massaro, 42 anni,  che si avvaleva dell’aiuto di componenti familiari. Altra figura di spicco Nicolino Isgro’, 48 anni di Condro’, figura di trait d’union con la famiglia barcellonese e di Milazzo era l’unico ad avere rapporti diretti con Gallati Massaro che incontrava sempre nel parcheggio di un centro commerciale del messinese. L’organizzazione gestiva anche un traffico di armi che servivano per difesa nella guerra tra bande e per intimidazioni sul territorio. Le intercettazioni hanno rivelato che milazzesi e barcellonesi erano pronti anche a scambiarsi azioni di fuoco sul territorio. Colpiti dai provvedimenti anche i barcellonesi Filippo Biscari, Salvatore Iannello e Giuseppe Arico’.