L'ingresso della fondazioneAffitti alla Fondazione Lucifero, “Il pozzo di Sicar” chiede accesso agli atti 30 Maggio 2016 Cronaca 4 Commenti L’associazione di volontariato “Il pozzo di Sicar” ritorna all’attacco e chiede alla Fondazione Lucifero l’accesso agli atti relativo alla richiesta di affitto di un locale nella zona San Giovanni da destinare a casa di accoglienza. Da oltre un anno l’associazione presieduta da Giuseppa Cambria che opera all’interno della Parrocchia del Sacro Cuore, tenta di ottenere invano i locali che vorrebbe affittare con regolare contratto oneroso. A lanciare un appello pubblico era stato anche padre Marco D’Arrigo, parroco del Sacro Cuore, che ospita gente bisognosa all’interno della canonica ma con disagi sempre più numerosi. L’associazione, oggi, dopo avere ricordato che la Fondazione di Capo Milazzo svolge «attività a carattere socio-assistenziale» chiede in una nota ufficiale al consiglio di amministrazione presieduto da Enzo Russo lumi sull’iter che – secondo il sodalizio – risulta poco chiaro. Addirittura le richieste sarebbero state ricevute (o protocollate) sette mesi dopo l’invio tramite lettera raccomandata. La prima nota inviata all’Ipab del Capo con la quale si chiedeva la concessione in affitto di locali per ospitare una casa di accoglienza risale al 27 marzo 2015. Successivamente, il 17 giugno dello stesso anno, l’associazione rinnova la richiesta precisando che i locali idonei potrebbero essere quelli della Fondazione in via Francesco Spoto. Ancora dopo, in data 30 novembre, l’associazione riformula la richiesta e si dichiara pronta ad accollrsi i costi relativi al cambio di destinazione d’uso e alla ristrutturazione dell’immobile. «Solo a cinque mesi di distanza, con nota datata 14 aprile 2016, avete fatto pervenire le vostre determinazioni – scrive l’associazione – A tal riguardo, ci avete confermato di aver ricevuto le nostre ultime richieste…..stranamente a sette mesi di distanza, ovvero, in data 30 novembre 2015. Al contempo, ci avete formulato il diniego giustificandolo testualmente “ … avendo già concesso gli immobili in locazione, in data antecedente la richiesta stessa ..”». L’associzione, oggi, chiede ulteriori dettagli come le generalità dello «sconosciuto conduttore», la data della sua richiesta di locazione, gli scopi da lui perseguiti, l’importo del contratto di affitto, la sua durata, le condizioni del contratto. «Stupisce non poco che la nostra richiesta di affitto dei locali già formulata con la raccomandata del 27 marzo 2015 sia stata a voi recapitata (o da voi protocollata) solo dopo sette mesi in data 30 novembre», conclude l’associazione “Il Pozzo di Sicar”. L’argomento sarà oggetto del consiglio di amministrazione della Fondazione fissato domani pomeriggio e presieduto da Enzo Russo. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.583 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT