IN CLASSE (La città raccontata dagli studenti di Milazzo). Come si viveva a Milazzo mezzo secolo fa? Ho chiesto al signor Francesco Sciotto, milazzese dalla nascita, i suoi ricordi d’infanzia. Abitava nella zona di Vaccarella. Quando era giovane nelle case, non c’era acqua e per averla la prendevano, in dialetto siciliano, con le “quattare” di terracotta, cioè recipienti. Quando si dovevano lavare, prendevano la legna, l’accendevano e riscaldavano l’acqua, e allo stesso modo per cucinare e per riscaldarsi. Mezzo secolo fa, in casa non c’era energia elettrica e per svagarsi usciva e giocava in vari modi con i suoi amici, come ‘a inseguirsi’ o ‘con i sassi’. La maggior parte dei ragazzi finiva di andare a scuola già in terza elementare per poi iniziare a imparare un lavoro manuale. A scuola i maestri erano molto severi e, quando qualcuno parlava o si comportava male, ‘alzavano le mani’. La gente per lavare i vestiti andava nelle “gebbie” in cemento che si trovavano a Vaccarella, vicino alla cupola di San Francesco; poi per farli asciugare c’erano dei legni a mare, dove si attaccava una corda per stenderci la biancheria. Le strade erano per la maggior parte in terra battuta. Alla stazione c’erano le carrozze con i cavalli, che avevano la stessa funzione dei taxi oggi, cioè portare a destinazione il cliente. L’illuminazione del paese era diversa da quella da noi oggi conosciuta: infatti, ogni giorno, quando il sole tramontava, un signore addetto accendeva con un bastone ogni lanterna su ogni palo. A quei tempi la Marina Garibaldi non era un luogo di passeggio, infatti lì c’erano i pescatori che svolgevano il lavoro di preparazione prima di andare a mare, come preparare la “rizza”, cioè la rete, nella speranza di fare una buona pesca.

Giuseppe Bertè III E

Istituto Comprensivo Secondo – Media “Luigi Rizzo”