Un insediamento archeologico post-imperiale alla centrale Edipower 10 Marzo 2016 Ambiente 8 Commenti Un insediamento del periodo post-imperiale all’interno della centrale termoelettrica Edipower/A2a. L’area interessata è quella dove sta sorgendo un impianto solare termodinamico. Gli ambientalisti dell’associazioni Man e dei movimenti “I Cittadini Villafranca Tirrena” e “Salviamo il paesaggio” in una nota, sostengono che le particelle potrebbero interessare anche quelle dove l’industria vorrebbe realizzare un inceneritore di Css (combustibile derivato dai rifiuti) ma fonti interne all’Edipower smentiscono. Si tratta complessivamente di 1,8 ettari su 54 complessivi. Dopo il parere negativo alla costruzione dell’Impianto a Combustibile Solido Secondario (CSS) – legato al contrasto con il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 – la Soprintendenza ai beni Culturali lancia un’altra tegola sul futuro della Centrale Termoelettrica Edipower, nel comune di San Filippo del Mela: la sezione Beni Archeologici ha notificato alla Edipower e al Comune di San Filippo del Mela, l’avvio della procedura di vincolo prevista dal Codice dei Beni Culturali per una delle superfici inedificate interne alla Centrale, quella in cui nell’estate scorsa i saggi archeologici hanno evidenziato la presenza di un insediamento del periodo post-imperiale. «Lo studio dei reperti ritrovati con gli scavi preliminari fa ritenere che l’insediamento potrebbe coinvolgere anche l’area in cui dovrebbe sorgere l’inceneritore – sostengono le associazioni in una nota stampa – Di certo ha portato alla modifica dell’impianto solare termodinamico in fase di costruzione». La Sezione Beni Archeologici della Soprintendenza (con protocollo n. 2829 del 23/10/2015), aveva già subordinato il suo pronunciamento sul progetto di inceneritore alla effettuazione delle indagini preliminari. «A prescindere, comunque, dai ritrovamenti che potranno essere effettuati nell’area che Edipower vorrebbe destinare al trattamento del CSS – continua la nota – la procedura avviata denuncia l’incongruenza di una eventuale autorizzazione a bruciare spazzatura accanto all’area destinata a vincolo e in un contesto generale in cui i ritrovamenti archeologici già effettuati sono ampiamente diffusi e parte integrante del territorio». Le associazioni, con le osservazioni presentate nella procedura di Via (Valutazione impatto ambientale) al Ministero dell’Ambiente, hanno espressamente segnalato «questa grave interferenza del progetto con le evidenze archeologiche presenti non solo nel sito della Centrale, ma anche nell’intero comprensorio».Secondo Gianni Mento, dell’Associazione MAN Onlus, l’iniziativa della Sezione per i Beni Archeologici della Soprintendenza «è un’ulteriore conferma della naturale vocazione del territorio, base per un suo auspicabile indirizzo verso uno sviluppo sostenibile, legato alla notevole presenza dei beni culturali e ambientali, punti fondamentali per la crescita socio economica, oltre che culturale». Duro Nino La Rosa, Presidente dell’Associazione “I Cittadini Villafranca Tirrena” e referente territoriale del Movimento “Salviamo Il Paesaggio”: ”Speriamo che questa iniziativa della Soprintendenza, che avrà il suo peso nella procedura di Via per l’inceneritore, non venga minimizzata dalle realtà locali e dalla stampa (così come è stato per il diniego della stessa Soprintendenza del 5 novembre 2015): sarebbe incredibilmente un incoraggiamento per Edipower, anche se, con il parere negativo pronunziato anche dal Ministero dei Beni Culturali, l’art. 26 del D.Lgs. 42/04 non sembra lasciare spazio ad alcuna ipotesi di inceneritore». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.208 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT