Continua il calvario dei 27 ex lavoratori della Compagnia portuale Garibaldi. Anche oggi hanno dato vita ad una pacifica protesta nel porto per impedire che venisse scaricata da altri operai una nave che ha trasportato  blumi destinati alle acciaerie Duferdofin. Sul posto anche uomini della Capitaneria di porto, carabinieri, polizia e un’ambulanza che ha soccorso alcuni di loro che hanno accusato malori sotto il sole cocente. Grazie all’intermediazioni delle istituzioni probabilmente nel tardo pomeriggio la protesta dovrebbe terminare per consentite l’avvio delle operazioni di “discarico”. Ma la soluzione sembra lontana. Accanto a loro rappresentanti del Partito comunista dei lavoratori. Il partito ha emesso un comunicato a firma di Attilio D’Asdia e Giacomo Di Leo, esponenti del coordinamento provinciale, in cui esprime vicinanza agli operai e si dice  «contro la revoca dell’art. 17 della L. 84/94, notificata con D.P. del 6/2/2015 dall’Autorità Portuale di Messina, che priva i lavoratori dell’ ex Cooperativa della garanzia occupazionale». «Riteniamo che i 27 lavoratori, costituitisi in Cooperativa, nonostante gli impegni assunti da vari organi istituzionali, sia in incontri presso l’Autorità Portuale di Messina, sia presso il Comune di Milazzo, siano stati, ancora una volta, oggetto di losche manovre ai limiti della legalità – scrivono –  Infatti, tali lavoratori vengono impropriamente utilizzati quali “lavoratori interinali” dalla Comet e dalla Coop. Garibaldi. Tutto ciò con la totale latitanza dell’Autorità Portuale, la quale, addirittura, sembra voglia redigere un bando personalizzato per sole 9 unità lavorative, invece di un unico soggetto libero di scegliere il personale in base alle reali esigenze lavorative».
Il Pcl ne ha anche per Confindustria. «E intanto, la Confindustria locale tenta di mettere contro i lavoratori di Messina con quelli di Milazzo, violando la dignità e il diritto al lavoro di tutti gli operai – si sostiene neletstala nota –  Nell’Unione Europea dei padroni l’unica concorrenza che vale è quella tra lavoratori, non certo per banche, assicurazioni e grandi imprese che operano e lucrano profitti al riparo di un regime oligopolistico, cioè falsamente concorrenziale. Come Partito Comunista dei lavoratori respingiamo questa logica del “Dividi e Comanda”e sosteniamo concretamente la battaglia dei lavoratori di Milazzo».