Anthony AndaloroMilazzese perde la vista, oggi è il primo Blind Chef d’Italia 8 Marzo 2015 Cronaca LA STORIA. La sua agenda è zeppa di appuntamenti con chef stellati, esibizioni a Milano, registrazioni tv a Catania, cene in mezza Sicilia. Il milazzese Anthony Andaloro, 48 anni, non riesce a stare fermo un attimo. Anche perchè c’è da aggiornare la sua pagina facebook che conta oltre 26 mila “mi piace” e inventare nuovi piatti le cui foto diventano post cliccatissimi. Il segreto del suo successo? Il suo handicap. Quella malattia che dodici anni fa lo ha colpito e che ha saputo trasformare, facendola diventare il punto di forza: la cecità. Anthony Andaloro è un blind chef, il primo cuoco non vedente d’Italia. Cucina a richiesta in locali ed agriturismi in particolare per cene sensoriali dove i clienti mangiano in una stanza buia e senza conoscere il menù. Si devono affidare esclusivamente ai quattro sensi per individuare gusti e odori. Come fa lui quando crea i piatti. In realtà ai fornelli serve anche il sostegno della tecnologia. La sua cucina sembra uscita da una puntata di Star Trek, con forni a microonde e bilance parlanti, termometri speciali per misurare la cottura. «Sono abbastanza autonomo spiega Andaloro, sposato con Luisa e padre di tre figli di 7, 10 e 16 anni ma quando cucino nei locali lo faccio con l’assistenza di qualche collega. Spesso ho l’onore di collaborare con Gianni Tota, presidente dell’Associazione professionale cuochi italiani. Ha cucinato per il Dalai Lama e per tanti vip». I piatti del blind chef mamertino si possono vedere su youtube e su facebook. La sua pagina, “In cucina con Chef Anthony”, conta oltre 26 mila like. «Mio figlio Dylan l’ha aperta per gioco, la prima ricetta era “involtini di carne alla messinese”. Nella prima settimana abbiamo raccolto una media di mille “mi piace al giorno”, non ci credevamo nemmeno noi». Anthony Andaloro è nato 48 anni fa a Spadafora, in provincia adi Messina, ma presto si è trasferito a Milano dove faceva il decoratore d’arte e la sera, per arrotondare, dava una mano nella cucina di un ristorante. Nel 2003 l’episodio che gli stravolge la vita: a causa di una malattia ereditaria, la retinite pigmentosa, perde la vista. Vola a Cuba dove esiste un centro internazionale specializzato, l’operazione va bene, rallenta il processo ma a dare il colpo di grazia è il morbo di Stargardt che ha devastato la macula degli occhi. Diventa quello che tecnicamente si chiama “cieco assoluto” (vede solo ombre e le luci intense che però non può fissare). La depressione lo assale. «Dal 2010 al 2012 ero diventato un vegetale ricorda – non credevo più a nulla, non volevo uscire di casa, non accettavo la malattia». Tutto cambia quando la moglie Luisa lo iscrive ai corsi di orientamento e mobilità del centro Hellen Keller di Messina. «Sono rinato quel giorno, il 27 maggio 2012 sorride chef Anthony – tra i corsi c’era anche quello di cucina per dare un minimo di autonomia e preparare piatti base, ma io mi sono appassionato e sono andato avanti. A darmi fiducia e spingermi a seguire questa strada è stato lo scultore Felice Tagiaferri, anch’esso non vedente e docente dell’Helen Keller, che mi ha suggerito di confrontarmi con le cene sensoriali. Nel tempo ho dato vita anche ad un’associazione, si chiama “Oltre al buio” e ho già fissato dodici serate tra Milano, Arcore, Monza, Messina, Milazzo, Piraino. In queste serate raccogliamo fondi per finanziare progetti per bambini non vedenti». Recentemente il blind chef è stato scoperto dalle tv locali dove è un ospite fisso delle trasmissioni dedicate all’enogastronomia come quelle di Esperia Tv e Video regione. «Mi piace cucinare i primi – rivela Andaloro – in generale utilizzo molta frutta per esaltare i piatti del nostro territorio». La sua ultima creazione sono Fagottini di crepes con broccoli e tonno. Il suo “classico”, invece, l’arista in salsa di agrumi e profumo di Cointreau”. «La difficoltà che oggettivamente incontra un non vedente in cucina è quella dei liquidi – argomenta – è complicato versarli. Certo, bisogna stare attenti anche ai coltelli. Io utilizzo solo quelli di ceramica». Ma la sua è una missione: «Voglio far capire a chi ha questo handicap che è possibile ricostruirsi una vita ricca di soddisfazione. Volere è potere, nulla è impossibile». Il suo sogno è quello di andare a Masterchef e far conoscere la sua storia. Nell’edizione americana 2012 ha vinto la Blind Chef Christine Ha. «I non vedenti hanno una marcia in più, l’handicap peggiore è l’ignoranza» conclude il blind chef. Gianfranco Cusumano (articolo tratto dal settimanale Centonove n.4/2015) Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.853 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT