Salvatore PrestiPresti: «Sull’ospedale basta con le promesse elettorali» 23 Febbraio 2015 Cronaca «Lavoriamo su interventi concreti evitando voli pindarici su progetti che difficilmente verranno realizzati». Il candidato alle primarie del Pd Salvatore Presti dice la sua sul futuro dell’ospedale Fogliani di Milazzo. Stanco di sentire dibattiti su progetti di difficile attuazione, chiede alla classe politica di dibattere su soluzioni di facile attuazione evitando “interventi da campagna elettorale” che non portano a fatti concreti. «Una amministrazione comunale nuova e diversa deve finalmente iniziare ad esercitare i suoi poteri interagendo con le altre istituzioni effettivamente preposte alla organizzazione dei servizi sanitari: regione ed ASP, con un ruolo attivo di controllo dello stato attuale dei servizi erogati dall’ASP, di programmazione ed indirizzo riguardo le politiche sanitarie locali», sostiene Presti. «Inutile oggi parlare di cose realizzabili materialmente solo fra decenni, come centri ustioni, camere iperbariche, reparti oncologici o cardiochirurgici, inutili specchietti elettorali per disinformati accidiosi cittadini elettori – continua il candidato alle primarie del Pd sostenuto dall’area Renzi e Civati – Utile, invece, una attenta disamina dell’esistente. Purtroppo qualunque milazzese ne abbia fatto diretta esperienza sa bene che, negli ultimi anni le strutture cittadine hanno perso in efficienza e capacità assistenziale sia quantitativamente che qualitativamente. Penso che chiunque abbia toccato con mano situazioni che vanno dalle file interminabili al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino, alle code per l’erogazione di qualsivoglia servizio sanitario, dalla semplice visita convenzionata al certificato medico, dagli inutili tentativi di chiamare il numero verde del centro prenotazioni, fino alla spesso triste constatazione della attuata rimozione dei rianimatori a bordo dei mezzi 118. della insufficiente assistenza domiciliare erogata dal nostro distretto sanitario e mille altre criticità. Forse a Milazzo potrebbe succedere qualcosa di simile a quanto successo a Catania considerato che a dispetto del decreto ass. salute reg. sicil. del 2 dicembre 2011 ancora oggi all’ ospedale di Milazzo manca la guardia H24 di neonatologia nel nuovo punto nascita, come manca, a dispetto della considerazione dei carichi di lavoro la guardia radiologica h24, o ancora la possibilità delle partorienti di usufruire di quanto previsto dalla legge n°38 del 2010 sul dolore: cioè il parto indolore. E che dire di un reparto di Ortopedia che vanta una casistica nettamente superiore alle altre strutture provinciali e che è riferimento cui convergono i pazienti altrove non operabili, ma che soffre la mancanza di spazi in sala operatoria e di personale medico e infermieristico. Ed ancora il reparto medicina dove 2 infermieri per turno devono assistere decine di pazienti non potendo dedicare loro matematicamente più di 10 minuti a turno. O ancora la chirurgia con lo stesso primario a Milazzo e Barcellona e cinque medici per presidio solo perché nessun politico è stato capace di spiegare ai barcellonesi che è meglio avere una chirurgia con il doppio di posti e di medici e di infermieri 4 Km più in là piuttosto che avere sottocasa una chirurgia a scartamento ridotto: più facile sbandierare la lotta contro il “furto “ dei reparti E si potrebbe continuare citando i problemi che tutti i reparti da tempo denunciano con medici spostati dall’oggi al domani da un ospedale ad un altro con disposizioni ai limiti della legge, impossibilità di aggiornarsi, di fruire ferie e riposi, con turni inumani per coprire carenze di personale oramai considerate “normali”. Forse allora grazie alla dedizione del personale finora si è riusciti a non avere incidenti maggiori, ma fin quando resisterà a Milazzo ciò che è crollato a Catania?». Salvatore Presti Presti ipotizza anche interventi per “zittire ” sindacalisti. «Addirittura giunge voce di sindacalisti deferiti al consiglio disciplinare per aver osato finalmente alzare la voce – continua – Allora in considerazione del decreto Bindi che affida al potere politico locale il controllo dell’operato del Direttore generale dell’ASP, ad oggi l’intervento politico deve essere di immediata richiesta di correzione degli esistenti discostamenti da standard dettati da Regione e Stato in tema di sanità; cui deve seguire un secondo livello di intervento: proposta di potenziamento di quanto necessario a breve termine per diminuire i maggiori disagi dei cittadini; e quindi in ultimo un terzo livello di progettazione a lungo termine di un nuovo modello di salute per la città da sviluppare per i decenni a venire. Il comune di Milazzo che, in diversi casi, non ha ritenuto di dover intervenire a difesa del diritto alla salute dei milazzesi, come da ultimo per la chiusura per oltre due mesi delle sale operatorie dell’ospedale con forti disagi per l’utenza, in attesa dei risultati dell’indagine sul benessere organizzativo intrapresa dall’ASP (con peraltro fortissimi ritardi sui dettami legislativi), deve riprendere in mano le proprie prerogative e occuparsi di quanto gli compete iniziando una indagine seria in collaborazione con l’ASP sullo stato di salute della popolazione che raccolga coordini e studi i dati esistenti e contemporaneamente con una operazione, anche culturale, volta a promuovere stili e ambienti di vita e di lavoro salubri partendo dall’educazione alimentare della popolazione iniziando dagli studenti, tornando a gestire le mense scolastiche, sfruttando spazi e strutture esistenti per promuovere lo sport e il movimento e l’associazionismo ma non solo per i giovani; dando sviluppo ad un modello di medicina di base integrata ai servizi». 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