Amici di Milazzo: “Vaccarella “sposi” la pescaturismo” 17 Gennaio 2014 Cronaca Anche l’associazione “Amici di Milazzo” scende in campo per difendere il borgo dei pescatori di Vaccarella dalle speculazioni. E promuove lo sviluppo di ittiturismo e pescaturismo. In una nota a firma del presidente, Marino Fama, il sodalizio spiega che “l’idea del vincolo etno-antropologico per il rione di Vaccarella, appare senz’altro condivisibile alla luce del terzo approdo autorizzato, tra i due già realizzati, e che rischia di snaturare ulteriormente la più che millenaria vocazione del borgo marinaro. Tuttavia, ciò riapre al contempo un importante e delicato dibattito legato alla funzione diportistica e alla sua ubicazione”. Nel 1984 il primo PRG adottato prevedeva la realizzazione di un banchina per la nautica, lunga oltre 500 metri dalla Mezzaluna di S. Andrea fino alla Croce di Mare e larga fino a 50 metri. Problematica che – secondo “Amici di Milazzo” – riemerge oggi “in tutta la sua gravità”. vaccarella, le barche dei pescatori “Sebbene tale localizzazione veniva infatti bocciata dal Consiglio Regionale all’Urbanistica, in uno con lo strumento urbanistico, giudicandola oltremodo «lontana dal centro urbano e per di più nelle prossimità del cimitero», il PRG adottato nel 1986 e tuttora in vigore – sottolinea – pur prevedendo il nuovo approdo per la nautica a nord del molo Marullo, “riciclava” l’ipotesi appena respinta inventandosi un fantasioso “ricovero per pescherecci”, se pur di dimensioni dimezzate. Il ricovero ad oggi non è stato ancora realizzato, ma uno dei due pennelli previsti per l’infrastruttura veniva comunque costruito nello stesso anno, ancor prima dell’approvazione dello stesso piano. Giustificato per offrire maggior riparo al litorale, innescava la nascita dei nuovi approdi con pontili galleggianti, a partire dai primi anni del nuovo millennio”. Secondo Famà i circa 500 posti barca ad oggi ricavati “confliggono sempre più con la tradizionale attività della pesca, che potrebbe invece essere incentivata con il Pescaturismo e l’ Ittiturismo per aprire nuove possibilità di sviluppo economico, sicuramente più compatibili con il delicato tessuto urbano. La prima, rivolta alla diffusione della cultura del mare e del patrimonio di conoscenze e saperi legati ai mestieri e alle tradizioni marinare, nasce come opportunità di integrazione del reddito dei pescatori, che, previa specifica autorizzazione, possono ospitare a bordo dei pescherecci un certo numero di persone diverse dall’equipaggio. L’offerta turistica spazierebbe da brevi escursioni lungo le coste all’osservazione delle attività di pesca professionale e alla possibilità di effettuare attività di pesca sportiva, fino alla ristorazione a bordo o a terra, comprendendo anche tutte quelle attività finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione dell’ambiente costiero che possono servire ad avvicinare il pubblico al mondo della pesca professionale. Strettamente connesso alle attività del Pescaturismo che si svolgono in mare, l’ Ittiturismo integrerebbe l’offerta turistica dei pescatori con una serie di servizi a terra. Centrato sulla ospitalità nelle abitazioni dell’antico rione e sui servizi di ristorazione a base delle specialità tipiche regionali o locali, l’Ittiturismo include anche tutte quelle attività ricreative e culturali che sono finalizzate alla corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse di pesca e alla valorizzazione di tutti gli aspetti socioculturali del mondo dei pescatori. D’altra parte, la forte penalizzazione per gli attuali approdi, rappresentata dall’impossibilità di reperire i necessari “servizi a terra”, oltre al rischio di esposizione delle strutture galleggianti in avverse condizioni meteo, dovrebbero far riflettere su una più idonea ubicazione delle attuali infrastrutture”. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.541 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT