Milazzese ritrova corno portafortuna del I secolo a.C. 28 Novembre 2013 Cronaca L’architetto milazzese Santi Romagnolo (parente dell’omonimo assessore comunale), subacqueo per passione, durante un’immersione nelle acque di Filicudi dove si trovava per delle escursioni ha ritrovato un reperto archeologico a dir poco singolare: un corno portafortuna del I secolo A.C. Romagnolo si trovava al seguito del “Apogon Diving Center”, in compagnia di molti associati dell’Aquatica Diving di Milazzo, e dell’archeologo Philippe Tisseyre, funzionario della Soprintendenza del Mare di Palermo. A dare la notizia è stato il settimanale Centonove. Santi Romagnolo con il corno del I secolo a.C. «Doveva essere un’immersione ricreativa come tante altre, ma si è rivelata qualcosa di più – ha raccontato Romagnolo alla giornalista Pamela Arena – Quel giorno il gruppo era numeroso e io, come quasi sempre avveniva, mi trovavo in coda; l’immersione prevedeva un’esplorazione dei fondali fino ad una profondità massima di 30 metri e durante la risalita che il mio sguardo fu attirato da un oggetto incastrato tra le rocce, che recuperai facilmente. Una volta riaffiorati in superficie, lo mostrai al mio amico archeologo e verificammo che si trattava di un oggetto in piombo di circa 30 centimetri. Dopo una prima analisi ci rendemmo conto di aver portato a galla un interessante reperto, ovvero un corno in piombo di antichissima data. Solo dopo uno studio più approfondito, effettuato dallo stesso archeologo, si è potuto stabilire che l’appartenenza del corno risaliva al I secolo a.C.. Probabilmente si trattava di un oggetto che veniva utilizzato dalle imbarcazioni da guerra per fini scaramantici – continua Romagnolo – In ogni caso, considerata l’importanza del ritrovamento, avvisai subito la Soprintendenza del Mare di Palermo, consegnando il reperto allo stesso Tisseyre”. La scoperta, ritenuta interessante, si è andata ad aggiungere a quella effettuata pochi giorni prima dallo stesso Romagnolo, ovvero i resti di un’anforetta da viaggiatore di epoca romana risalente allo stesso periodo. «Tanti sono i fondali per lo più inesplorati, che possono ancora regalare delle emozioni come queste, nascoste tra le meraviglie della natura – afferma Romagnolo – Basti pensare a ciò che si può osservare in alcuni fondali della costa tirrenica e in particolare quelli di Milazzo che, nel tratto che va dal porto verso nord fino al Capo, offrono uno scenario fantastico tanto da attirare l’attenzione di molti appassionati. Il sub è l’osservatore più diretto dei fondali del mare – conclude Romagnolo – pertanto, là dove è possibile, cerchiamo di dare il nostro contributo per mantenere un ambiente marino ottimale, utile al mantenimento di un gran numero di specie». E di meraviglie, in questo tratto di mare ve ne sono tante: a partire dal quartiere Vaccarella dove inizia una vastissima prateria di Posidonia (pianta acquatica da non confondere con le alghe) che ha grande importanza nell’equilibrio dell’ecosistema marino; passando per la Secca di Ponente e Levante, zone di caccia dei grossi predatori, come i barracuda, ricciole e i dentici e sede di splendidi ventagli di gorgonie che qui si iniziano a trovare già intorno alla profondità di 25 metri, per poi giungere allo Scoglio Portella, meglio conosciuto come Carciofo, ove i fondali offrono scenari fantastici per la fotografia subacquea ed in cui è possibile oggi ammirare pesci pappagallo, stelle marine e un’incredibile varietà di molluschi come la Cratena Peregrina e le Vacchette di mare, fino a giungere al Tono, zona privilegiata per i sub neofiti. E nell’ottica di questa mission l’Aquatica Diving Center di Milazzo ha messo a punto il progetto “Scuba Rangers” che prevede l’insegnamento dello snorkeling e dell’attività subacquea rivolta ai bambini ed ai ragazzi. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.522 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT