L’accusa è quella di avere assunto “amici” dirigenti e 25 precari in violazione della legge. Come scrive la Gazzetta del Sud stamattina, il pm Giorgio Nicola ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco di Milazzo, Carmelo Pino, di due segretari comunali che si sono succeduti nel ruolo, di due dirigenti comunali che hanno beneficiato delle nomine e dei compensi erogati «in violazione di legge», Santi Romagnolo ed Elisabetta Bartolone, dell’ esperto comunale del settore finanziario, nonché fratello del sindaco, Francesco Pino, ed infine di cinque amministratori dell’ ente, tra assessori in carica ed ex assessori, i quali dovranno rispondere – ognuno per il suo ruolo – di abuso d’ ufficio in concorso continuato e violazione delle leggi che pongono limiti al superamento del Patto di stabilità che espressamente poneva il divieto a procedere all’ assunzione di personale ed a proroghe per i precari proveniente dalla soppressa sezione Aias di Milazzo.

Trema il municipio di Milazzo

Come sottolinea il quotidiano  di Messina, oltre al sindaco Carmelo Pino, 51 anni, nell’ udienza preliminare davanti al gup Sara D’ Addea fissata per il prossimo 14 marzo, dovranno comparire i segretari comunali Lucio Catania, 48 anni di Messina, il suo successore Giovanni Matasso, 63 di Capo d’ Orlando; l’ esperto in materia finanziaria, nonché fratello del primo cittadino, Francesco Pino, 50 anni; il beneficiario dell’ atto di nomina, l’ ex dirigente comunale e attuale assessore all’ Urbanistica Santi Romagnolo, 48 anni, ritenuto nella fattispecie «istigatore dell’ iter che ha portato alla sua nomina»; la dirigente pro tempore Elisabetta Bartolone, 55 anni, attuale dirigente del settore finanziario del Comune di Barcellona; e solo per rispondere della delibera di proroga dei contratti di lavoro a 25 ex dipendenti Aias, i cinque amministratori, tra cui anche ex assessori, che sono: il vicesindaco Stefania Scolaro, 58 anni; l’ attuale assessore alle Finanze, Giuseppe Midili, 50 anni, a cui si contesta anche la recidiva semplice; e gli ex assessori Mariano Bucca, 51 anni, Maurizio Capone di 58 anni e Gioacchino Nastasi, 53 anni. Al centro dell’ inchiesta le due procedure per la selezione e il conferimento degli incarichi a termine di due posti di dirigenti di settore – Urbanistica e Area finanziaria – del Comune e la proroga per un anno dei contratti di lavoro ai 25 dipendenti precari provenienti dalla soppressa sezione Aias di Milazzo, tutti atti ritenuti illegali perché adottati in violazione delle leggi che pongono limiti al superamento del Patto di stabilità. In origine erano tre le inchieste giudiziarie effettuate dalla Guardia di finanza e riunite in un unico troncone. Inchieste che hanno avuto un “input” dalla trasmissione alla Procura di Barcellona di un “libello” anonimo fatto pervenire da persona bene informata su vicende milazzesi alla Procura distrettuale antimafia di Messina. Gli unici elementi che alla fine dell’ indagine hanno portato a notizie di reato sono stati gli incarichi dirigenziali e la proroga del contratto agli ex lavoratori Aias. Inizialmente invece gli inquirenti hanno indagato a fondo su una iniziale ipotesi di interessi che avrebbero potuto avere esponenti di spicco della criminalità organizzata della famiglia dei “Barcellonesi” per le aree edificabili di Milazzo. Sospetti che non hanno trovato conferma nella verifica dei riscontri. Infatti l’ ipotesi che gli inquirenti avevano tracciato, era tesa a verificare se la nomina di un nuovo dirigente del settore urbanistica fosse «funzionale a garantire la predisposizione di un Prg che assecondasse le aspettative speculative della criminalità barcellonese e dei suoi più alti rappresentanti». Il “libello” anonimo indicava una presunta parentela tra il candidato prescelto e l’ avv. Rosario Pio Cattafi, attualmente rinchiuso al 41 bis perché ritenuto uno degli esponenti di primo piano della famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”. Le indagini hanno invece stabilito che l’ ing. Santi Romagnolo – scelto dell’ Amministra zione come dirigente comunale pro tempore – era solo nipote acquisito del fratello dell’ avv. Cattafi, l’ ex sindaco di Furnari, Agostino Cattafi. Le stesse indagini con l’ acquisizione dei tabulati telefonici di due anni fa non hanno evidenziato alcun contatto telefonico tra Romagnolo e Cattafi e nemmeno una mera frequentazione. Maggiori dettagli sulla Gazzetta del Sud.