Partito comunista dei lavoratori: “Espropriamo la Raffineria di Milazzo” 2 Maggio 2013 Ambiente Lotte, movilitazione, espropri. Sembra un volantino di 40 anni fa, eppure è stato diffuso ieri, 1 maggio, dal Partito Comunista dei lavoratori, rappresentato da Attilio D’Asdia e Giacomo Di Leo. Un primo maggio che il partito ha dedicato all’inquinamento nella zona di Milazzo e alle ultime vicende che riguardano la Raffineria di Milazzo: Dalla fumata del 25 aprile al sequestro da parte della procura di barcellona di parte degli impianti (inchiesta sullo sversamento in mare del 22 novembre 2011). “Un quadro a tinte fosche – scrivo nel volantino – che preoccupa sempre di più alla luce anche delle numerose e gravi malattie che colpiscono il territorio circostante, già martoriato da altre situazioni di inquinamento. A differenza di altre associazioni e/o organizzazioni politiche abbiamo poco fiducia nell’intervento delle istituzioni, enti locali ecc. che di fatto in questi anni hanno con il loro comportamento rimosso il grave problema dell’inquinamento e delle gravi malattie ad esso collegate. Nonostante ciò non escludiamo esposti all’autorità giudiziaria, ma crediamo soprattutto nell’azione diretta di protesta dei cittadini e dei lavoratori, in virtù del fatto che la salute e il lavoro sono due diritti fondamentali che non si escludono a vicenda, ma si debbono integrare. Altresì siamo vicini ai centottanta ex lavoratori della raffineria di Milazzo, che hanno fatto causa all’azienda, perché sono state riscontrate loro diverse patologie dovute al contatto con degli inquinanti ed hanno presentato delle denunce alle Procure antimafia di Palermo e di Reggio Calabria, chiedendo di intervenire sul tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto”. Il partito anticipa che proporrà “una mobilitazione ai cittadini e lavoratori di Milazzo e del territorio circostante, per – scrivono – fermare questo atteggiamento di rassegnazione nei confronti del Colosso industriale in questione. Al contempo siamo fermamente convinti come Pcl che per risolvere il problema nel medio periodo bisogna mettere in discussione il potere del Grande Capitale, espropriando senza indennizzo la Raffineria ai padroni e mettendola sotto il controllo dei lavoratori, che in un’economia fondata sulla soddisfazione dei bisogni sociali decideranno cosa serve realmente produrre, senza mettere in discussione iposti di lavoro e salvaguardando la salute e l’ambiente circostante”. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.593 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT