LA CURIOSITA’. Pippo Midili come Charles Aznavur. Parafrasando lo chansonnieur francese l’assessore comunale alla Finanze ha inaugurato un suo blog con un post dal titolo “Come è triste Milazzo” (Aznavur parlava di Venezia). Midili, giornalista professionista prestato alla politica, è ritornato a scrivere questa volta riflessioni personali che hanno a che fare con la sua attività amministrativa.

Pippo Midili

Un modo anche per spiegare in modo diretto e senza l’intermediazione di terzi le vicende comunali che lo vedono protagonista e – sempre più spesso -oggetto di invettive. Midili – al contrario di altri colleghi assessori che in passato hanno tentato la via del blog per avere un rapporto diretto con i cittadini –  però, non disdegna le notizie. Così si scopre che il comune di Milazzo avrebbe acquistato lattine di tonno in scatola da spacciare come prodotto tipico alle fiere turistiche (il post “Tonno Rio Mare? Prodotto tipico milazzzese è”) e svela i dettagli sul contenzioso tra il comune e l’Enel (Cena al lume di candela). Ecco il post che inaugura http://www.pippomidili.blogspot.it/

 

COME E’ TRISTE MILAZZO

Da oggi inizio questa nuova avventura da blogger. Una necessità  di sfogo, un punto in cui concentrare tutte le esperienze raccolte nella mia vita. Soprattutto l’ultima parte della mia vita. Quella da amministratore della cosa pubblica. Da appena un anno e mezzo. Nel mio Comune, quello di Milazzo. Esperienza fortemente voluta perchè stanco di vivere in una città in cui i problemi sembrano sempre gli stessi da troppi anni e se poi ti lamenti e giusto provare a risolverli. Speri di scontrarti con una realtà che ti immagini negativa ma comunque disposta a trasformarsi. Invece no. E’ veramente tremendo scoprire che alla fine la maggioranza, quella silente e quella politica, non vogliono che le cose cambino. Hanno costruito potere e piccole fortune con un sistema ad intreccio che nulla ha a che vedere con il pensiero politico. L’idea, l’ideale, hanno lasciato spazio alle voglie ed alle bramosie. Ecco perché da destra a sinistra, andata e ritorno, la logica è sempre la stessa. Il corollario è costruito da un insieme di persone che, nutrite da questa nefasta pratica, scatenano le loro reazioni su facebook o sui siti internet con commenti a dir poco allucinanti. Sembrano libere manifestazioni di pensiero ma sono invece un attacco spropositato nei confronti di chi ancora crede che per avere uno stipendio bisogna lavorare, per avere una città pulita e decorosa bisogna pagare le tasse e comportarsi in modo civile, per avere libero commercio bisogna rispettare le regole ed applicarle. Questo è quello che non possono sopportare. Hanno invece creato un sistema nel quale tutto funziona al contrario e, per loro, perfettamente. Con la complicità di tutti noi che li abbiamo lasciati fare per tanti anni e che oggi siamo colpevoli di onestà politica, intellettuale personale.Come nella migliore tradizione siciliana, spesso richiamata alla memoria da persone illustri e perbene, viene tutto distorto, raggirato, rappresentato come se i colpevoli fossero gli innocenti e chi invece ha fatto di tutto e di più, improvvisamente diventa onesto. La denigrazione che precede l’isolamento e quindi poi il passaggio successivo è la morte. Quella politica, quella sociale, quella che rintana nelle case le persone oneste che di colpo si sentono accusate ingiustamente e sembrano i perseguitatori e non i perseguitati. Nel mio blog troveranno spazio le “amare riflessioni sulla vita politica ed amministrativa siciliana”. Ben lieto di leggere commenti, proposte, proteste ed anche pareri contrari. L’unica cosa che non accetto è l’anonimato. Sarei felice di ricevere lo ” sfogo” di altri che si sono cimentati nella vita amministrativa siciliana e che si sono ritirati dopo essere stati distrutti moralmente solo perchè erano e sono uomini liberi. La mia Regione è triste, la mia provincia è triste, la mia città è triste. Non si può pensare di sconfiggere la mafia del pizzo o quella del sistema dei rifiuti, o quella degli appalti e poi lasciare ancora in vita la mafiosità di chi con arroganza ha imposto un modo di fare politica e di amministrare che ha allontanato la gente dall’unico strumento di democrazia ancora esistente. Basta alle parole inventate. Meritocrazia, partecipazione, liberalizzazione. Ma quale significato hanno assunto nella nostra terra?.
Pippo Midili