Una pizzeria al castello di Milazzo. Basta il solo titolo di questa rubrica a far rabbrividire i puristi e i soloni della cultura mamertina. Eppure l’unico modo per sfruttare al meglio il Castello di Milazzo è quello di farlo diventare concretamente un volano turistico ed economico. In realtà non sto inventando nulla di nuovo. Quel “genio- lunatico” di Dario Russo, esperto gratuito del comune di Milazzo (“l’Enzo Sindoni” che Milazzo non avrà mai), sta seguendo questa strada da anni. Basta vedere le iniziative estive, il successo delle notti bianche di San Martino, gli appuntamenti con slow food. Tutto fatto a costo zero con i sacrifici di Russo, dell’associazione “Compagnia del Castello”, e delle scuole cittadine. Ma temo che l’esigenza, oggi, sia quello di uscire allo scoperto. Il castello deve produrre profitto, reddito diffuso.

 

Quello che noi milazzesi chiamiamo Castello in realtà è una cittadella fortificata con strade, edifici, la chiesa. Ed è quello che deve ritornare a diventare: un luogo animato dove portare i figli o i nipotini a giocare nel verde, assistere ad un concerto o ad uno spettacolo teatrale, visitare mostre e…perché no…. qualche negozio a tema, locali dove mangiare nel fine settimana con la supervisione di slow food. Il progetto di Dario Russo prevede tutto questo. Non parla di pizzeria ma “caffè letterario” (a quanto pare con la collaborazione del Centro commerciale naturale Borgo Antico che riunisce gli esercenti della zona). Ma io credo che bisogna avere l’onestà intellettuale di spingersi oltre, nel rispetto del bene monumentale, ma con il chiaro intento di sfruttare economicamente l’inestimabile risorsa (un altro capitolo sono i lidi balneari). La mia rimane una provocazione, le “mastrine con la penna rossa” cominceranno a dire che affidare la “pizzeria” ad un commerciante non significa risollevare l’economia. Su questo non c’è dubbio. Ma quando provocatoriamente parlo di “pizzeria” mi riferisco al progetto di trasformare la cittadella nella nostra Disneyland. Dove ci si possa divertire, godere di mostre di livello, eventi. Penso, dunque, a coloro che lavoreranno organizzando spettacoli, assicureranno la pulizia delle aree, creeranno gadget, li venderanno, promuoveranno esposizioni, daranno vita ad una compagnia in abiti d’epoca per simulare battaglie storiche. Lo ammetto: sogno un castello pop. E non me ne vergogno.

GIANFRANCO CUSUMANO