Era una delle più importanti e longeve fabbriche di botti milazzesi. Fondata dal messinese Placido Comandè (1871-1943), risultava già in attività nel 1925 e sorgeva lungo la via S. Giovanni in diversi fabbricati siti in prossimità dell’incrocio con l’odierna via Giorgio Rizzo. A partire dagli anni Trenta l’attività produttiva della «Placido Comandè & Figlio», questa la denominazione dell’opificio, fu rivolta a soddisfare perlopiù la domanda del locale mercato degli agrumi e dei loro derivati, che richiedeva fra l’altro imponenti quantitativi di botti denominate «mezze pipe» (hl 4,8) destinate a contenere le scorze dei limoni, le quali, esportate in Germania ed Inghilterra, venivano impiegate nella lavorazione dei canditi.

placido comande’

La produzione della fabbrica di via S. Giovanni, alla cui guida subentrò nell’ottobre del 1943 Giovanni Comandè, si estendeva alla fornitura di fusti «ad uso cetrato di calcio» ed ovviamente alla fabbricazione delle botti destinate a contenere vini e mosti. L’intero processo produttivo era sorvegliato e coordinato dall’espertissimo maestro don Ciccio Cartesio (1903-1968), al quale i Comandè affidarono per lungo tempo la direzione tecnica della propria fabbrica di botti, cui era annessa una vasta segheria, dove le maestranze provvedevano a trasformare i tronchi dei boschi di castagno acquistati in Calabria in doghe che successivamente venivano fatte stagionare nei vasti depositi di via Giorgio Rizzo. Ulteriori forniture venivano indirizzate ai grossi produttori di olive dell’Isola: nell’ottobre del 1941, per citare un esempio, i Comandè si impegnarono a fornire ad una ditta del Trapanese ben 500 barili di castagno per olive da 3 hl. cadauno.

 

MASSIMO TRICAMO