Se fosse stata realizzata, oggi probabilmente avrebbe cinquant’anni di attività alle spalle. Proprio come la Raffineria. La tubiera della società per azioni Si.Me. (Siderurgica Mediterranea) sarebbe dovuta diventare una delle più imponenti realtà industriali della Sicilia. Basti pensare che uno dei fabbricati dell’intero complesso industriale avrebbe dovuto innalzarsi sino al tredicesimo piano, ospitando solo ed esclusivamente uffici, all’interno dei quali sarebbero stati occupati circa duecento impiegati. Il numero degli operai addetti alle lavorazioni, secondo una dichiarazione rilasciata nel luglio 1958 dal consigliere delegato della Si.Me. dott. Giuseppe Pino, si sarebbe dovuto aggirare intorno alle mille unità.

Tubiera

Cifre da capogiro per Milazzo, che proprio nella seconda metà degli anni Cinquanta si apprestava a vivere uno dei momenti più esaltanti della propria industrializzazione: appena un anno prima, infatti, si era diffusa la notizia della costruzione della «più grande raffineria d’Europa». Pare che la Tubiera fosse proprio la risposta dell’allora sindaco di Milazzo dott. Giuseppe Fogliani alla “Mediterranea” del cav. Monti, a sua volta vivamente caldeggiata dall’avversario dott. Ignazio Faranda, il quale si era adoperato non poco per far sorgere il colosso di contrada Mangiavacca.

 

Il nuovo complesso industriale avrebbe prodotto «tubi senza saldatura», sorgendo dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria su una vastissima area in parte «sottratta al mare a mezzo di riempimento». Il mega-progetto, che destinava alla lavorazione dei tubi ben 45.000 metri quadrati ricoperti da capannoni, non rimase – almeno inizialmente – lettera morta. Nel 1958, infatti, al fine di sottrarre al mare l’area di cui sopra, furono avviati i lavori relativi al trasferimento di oltre un milione di metri cubi di terra. L’area che oggi si protende oltre la linea di costa nel tratto di lungomare posto dirimpetto alla vecchia stazione ferroviaria venne riempita proprio in occasione dei lavori di costruzione dello stabilimento della Siderurgica Mediterranea, lavori ai quali in data 12 luglio 1958 venne dedicata persino una manifestazione inaugurale, cui presero parte diverse autorità civili e religiose e che venne caratterizzata dalla posa della prima pietra, entro la quale venne inserita addirittura una pergamena celebrativa sottoscritta dall’assessore regionale all’industria on. Mario Fasino, dal sindaco Fogliani ed ancora dal vescovo di S. Lucia del Mela, dal Presidente della Camera di Commercio di Messina e da tale Vito Cento, che sottoscrisse simbolicamente il documento in rappresentanza della numerosissima categoria dei disoccupati.

Inspiegabilmente nessuno oggi è in grado di riferire le cause che improvvisamente hanno determinato la sospensione ed il successivo abbandono dei lavori di costruzione di questa grande tubiera, la quale, se realizzata, avrebbe certamente compromesso ulteriormente gli equilibri ambientali. Riuscite ad immaginare oggi un colosso industriale in pieno centro urbano, a due passi dalla vecchia stazione ferroviaria?

MASSIMO TRICAMO