Biblioteca, ‘sequestrate” le teche di Pellegrino 31 Maggio 2012 Rubriche «Bravo, Tricamo! Bravo!» Quel complimento m’inorgogliva non poco. Gli avevo appena illustrato un mio progetto, modesto ma significativo: restituire alla pubblica fruizione quelle vecchie teche in dotazione alla Biblioteca Comunale che da quasi un anno giacevano vuote e abbandonate in un corridoio del palazzo municipale. Entrambi eravamo stati appena coinvolti nel comitato che avrebbe dovuto celebrare il 150° dell’Unità: quale migliore occasione per far rivivere quelle teche che Lui, il prof. Peppino Pellegrino, aveva fatto costruire nel lontano 1961 in occasione della riapertura della Biblioteca, dopo i devastanti danni causati dai bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale. Avrebbero dovuto mettere in mostra, nelle Sue intenzioni, i tesori della Biblioteca e dell’Archivio Storico comunale: al Comune si conservano ancora le foto di un’esposizione di cimeli e documenti del Risorgimento fatta allesire proprio in quelle teche nel 1962. Per l’allestimento delle mostre, che avrebbero dovuto far rivivere quelle teche, mi impegnai in prima persona, ovviamente a titolo gratuito. Decisi persino di donare al Comune carte e documenti d’archivio risalenti perlopiù all’Ottocento. Grazie all’intervento gratuito del consigliere Franco Russo (cui desidero rinnovare ancora una volta la mia stima), le teche tornarono all’antico splendore e furono collocate nel piano nobile di Palazzo D’Amico, dove gli antichi documenti in esse contenuti avrebbero potuto arricchire elegantemente l’arredamento del Palazzo. Un’ubicazione non casuale, dunque. Come non causale era il titolo scelto per il ciclo di esposizioni da promuovere: «Biblioteca in mostra». Subito una prima mostra, durata appena qualche giorno nel marzo 2011, per commemorare l’archeologo Domenico Ryolo, quindi l’esposizione di volumi di argomento risorgimentale e quella di antichi documenti dell’Archivio Storico sul 1848, durate, rispettivamente, l’intera primavera e la successiva estate. Ad ottobre, infine, la mostra su Stefano Zirilli, fondatore della Biblioteca Comunale, di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita, illustre milazzese che il consiglio ed anche l’amministrazione si sono impegnati ad onorare con l’intitolazione di una sala di Palazzo D’Amico. All’improvviso, però, qualche giorno fa, la necessità di sbarazzare in fretta e furia quelle teche, colme di documenti su Zirilli e sulla nascita della Biblioteca Civica, per ospitare i disegni della mostra di arte contemporanea inaugurata sabato scorso. E le esposizioni della Biblioteca e dell’Archivio Storico comunale, per cui quelle teche furono costruite nel 1961? E la commemorazione di Zirilli? Proprio adesso che ci si apprestava a commemorarlo nel migliore dei modi, in pieno bicentenario della nascita? Ahimè, si rinnovano puntualmente i soliti vizi, le vecchie problematiche. Tornano alla mente quei tristi giorni del 1997 in cui la Biblioteca, ancora al Diana, venne spogliata della sala lettura per adibirla ad altri usi. E torna d’attualità una frase spesso pronunciata dal prof. Pellegrino: «la Biblioteca Comunale non viene mai tenuta nella giusta considerazione». MASSIMO TRICAMO Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.141 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT