S. Francesco di Paola: «La Beata Candida è un ”falso”» 15 Maggio 2012 Cronaca RIVELAZIONI. «Un’antichissima ed ininterrotta tradizione milazzese ci consegna la figura di Candida, venerata con il titolo di Beata, il cui corpo si conserva presso il Santuario di San Francesco da Paola in Milazzo. Giovane milazzese vissuta nel XV secolo, sarebbe stata una delle prime discepole di San Francesco da Paola, avendo avuto il privilegio di conoscere il Santo durante il suo soggiorno a Milazzo, protrattosi tra il 1464 e il 1468». Così il noto sito internet santiebeati.it riporta fedelmente la tradizione tramandatasi di padre in figlio nella nostra città. Chi, entrando nel Santuario, non rivolge la propria devota preghiera a quella donna minuta e pia che ebbe la fortuna di apprezzare da vicino le doti straordinarie del Santo di Paola? Beata CandidaOggi un interessantissimo articolo di don Damiano Grenci, studioso di agiografia ed iconografia della santità cristiana, mette in discussione questa consolidata tradizione, suscitando nei Milazzesi non poca sorpresa. Secondo Don Grenci, infatti, il corpo racchiuso nella venerata teca va identificato piuttosto con quello di una Martire delle catacombe di S. Ciriaca in Roma, traslato a Milazzo nel XVIII secolo, come attesta peraltro chiaramente un’antica certificazione di autenticità delle reliquie sottoscritta dal Vescovo di Porfiria nel 1784 e pubblicata qualche decennio fa nella monografia sul Santuario scritta da Vincenzo Messina ed edita dalla Spes del prof. Peppino Pellegrino. Una Martire dei primi secoli della Chiesa di Roma, dunque, non una contemporanea milazzese del Santo di Paola. Candida Martire e non Beata Candida. Un abbaglio attestato peraltro dalla palma tenuta in mano dalla stessa Candida (la palma simbolo del martirio) e, tra l’altro, dalla fattura dell’abbigliamento, identico a quello che riveste i corpi di altri martiri i cui resti sono oggi custoditi in diverse chiese d’Italia e d’Europa (don Grenci cita, ad esempio, il corpo santo di Clementina a Castelguidone, le cui reliquie furono autenticate con un documento identico a quello rilasciato per la Martire di Milazzo nel 1784). L’articolato intervento di don Grenci, che da qualche tempo circola sul web (a tal proposito ringrazio per la segnalazione l’amico Salvatore Salmeri, pescatore di Vaccarella da sempre attento alle tradizioni ed al folklore del rione marinaro), è consultabile online al sito cartantica.it. MASSIMO TRICAMO Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 5.251 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT