Discendente di un’aristocratica famiglia milazzese, impiantò nel 1867 il primo opificio a vapore cittadino, il mulino Perseverante, sorto nell’odierna via XX Luglio tra le vicine banchine portuali ed il sito dove sul finire dell’Ottocento sarebbe sorta la stazione ferroviaria. L’iniziativa di Antonino Marullo Cumbo (1825-1894) diede il via ad una serie di investimenti finanziari che nell’arco di appena due decenni fecero di Milazzo il centro più industrializzato della provincia dopo il capoluogo. Sorsero così due pastifici, altri mulini a vapore ed uno stabilimento in cui veniva curata l’estrazione dell’olio dalle sanse di olivo.

Antonio Marullo Cumbo

 

«Iniziator della or fiorente Molino Perseverante – scriveva di lui la Gazzetta di Messina e delle Calabrie del 7 novembre 1894 – quando era comune di tener oziosi i capitali, egli fu il primo a dare impulso alle vive industrie che formano oggi l’orgoglio di Milazzo, e questo soltanto se non altro basterebbe a mantenergli la riconoscenza dei concittadini». Ospitato all’interno di un fabbricato dalle eleganti linee architettoniche, abbattuto alcuni decenni fa, il Perseverante venne successivamente acquisito dai Lo Presti – proprietari dell’omonimo mulino – i quali negli anni Venti lo ampliarono dotandolo di un ampio magazzino (ancora esistente e con entrata in via De Gasperi) entro cui venivano caricati i vagoni ferroviari. Fu allora che venne costruito il pontile ancor oggi visibile lungo la via XX Luglio: ospitava al suo interno un nastro trasportatore che consentiva di trasferire i prodotti finiti dagli impianti di molitura di via XX Luglio al nuovo magazzino raccordato alla stazione ferroviaria.

MASSIMO TRICAMO