Leggere i commenti alle notizie di Oggi Milazzo è sempre istruttivo. Uno pensa di capire tutto di questo mestiere e poi scopre che ancora di strada da fare ce n’è tanta. C’è il lettore che si lamenta dei refusi e disprezza il lavoro svolto (ma poi si collega sistematicamente perchè evidentemente non ne può fare a meno), chi si “fissa” con una notizia “minore” che poi diventa la più letta, e poi c’è chi gioca a fare il moralista lamentandosi su presunti “sputtanamenti” davanti a notizie di cronaca giudiziaria, ma poi “denuncia” con toni da querela l’amministratore di turno per il tombino rotto. Il ventaglio che ci ha offerto la cronaca nelle ultime settimane è vario: dal sacerdote accusato di molestare le parrocchiane, al “falso” cieco, al pedofilo che operava nel milazzese. Ogni volta che arriva in redazione una notizia del genere, vi assicuro, non la si pubblica a cuor leggero. Anche perchè in molti casi le persone coinvolte se non le conosci possono essere collegate ad amici o conoscenti. E che cosa bisogna fare in questi momenti? Se non dai la notizia ai lettori rischi di passare per un organo di informazione “venduto” chissà a quali poteri forti; se la dai passi per uno “sciacallo”.

 

I numeri poi parlano chiaro: anche la gente che si lamenta alla fine clicca maggiormente sulle notizie “hard”. E a proposito di “hard” la storia del dvd a luci rosse che nei mesi scorsi ha fatto discutere a Milazzo ne è l’esempio più luminoso (4 mila lettori). Quello di infierire su chi potrebbe risultare innocente è un problema serio. Non nascondo di nutrire seri dubbi sulla questione del “falso cieco” perchè spesso i fatti hanno sfumature troppo complesse. Ma, non essendo organo inquirente, ma “intermediari” della notizia, in questi casi, alla fine, ci si deve fidare da ciò che ti passa l’istituzione (o l’Ansa) di turno. Loro hanno le carte documentali e non sempre è possibile fare verifiche dirette. Questo vale per un micro sito come Oggi Milazzo come per Repubblica.it. Nello stesso tempo, però, a far riflettere è un altro atteggiamento: garantista con il sacerdote o il “falso” invalido, ma giustizialista con il presunto pedofilo di cui a gran voce si chiedeva il nome. E mi domando? E se tra qualche mese, o anni, il pedofilo si scopre innocente? Non ha lo stesso diritto degli altri? Come vedete non è facile. L’unica cosa che rimane da fare è rimanere intellettualmente onesti. Di “cazzate” ne abbiamo scritto e magari ne seguiranno altre. La fretta, il desiderio di fornire la notizia per primi ai lettori, la paura di passare per chi nasconde fatti scomodi, spesso giocano brutti scherzi. Una cosa è certa: il nostro slogan “L’informazione che non c’era” non è solo una trovata pubblicitaria. Noi ci crediamo veramente.

GIANFRANCO CUSUMANO